Riportiamo alcuni estratti di una intervista fatta da Bolaround a Niccolò Martinoni, ex Virtus e Varese.

L’anno scorso nei quarti playoff a2 hai giocato contro la Virtus, con cui tra l’altro avete disputato delle ottime partite. Ti chiedo un commento su quei giocatori che sono rimasti (S.Gentile, Umeh, Lawson, Ndoja e Pajola).

Diciamo che onestamente non avevo grandi dubbi che tutti potessero giocare in serie A. Sono contento di vedere anche gli stranieri, che hanno dimostrato di poter stare in campo nella categoria superiore. Questo secondo me dà molto merito al campionato di Legadue, che dimostra che di giocatori buoni ce ne sono.

Facciamo un salto indietro adesso: l’esperienza a Bologna. Sei arrivato firmando un quadriennale, poi non è andata così bene come tutti speravamo. Più un rimpianto o comunque è stata l’occasione per crescere ancora?

Lo vedo un po’ metà e metà. Aver giocato nella Virtus per me è grande motivo d’orgoglio. E’ una società storica, non ha bisogno di presentazioni. Col senno di poi posso semplicemente dire che magari non sono arrivato così pronto come pensavo di essere. Mi sono affacciato in una realtà che era magari diversa da quelle che avevo vissuto fino a quel momento.

 Passiamo ora a Varese: sei nato e cresciuto lì, i tuoi ricordi e un pensiero sulla Varese di adesso?

Varese è la mia squadra del cuore, da bambino andavo al palazzetto. Giocarci anche subito all’inizio della mia carriera professionistica è stato un motivo d’orgoglio, così come riportarla nella categoria in cui merita di restare. Sono contento di vederla bene adesso, questa seconda parte di campionato la sta facendo alla grande. Spero che si conquistino il posto nei playoffs che meritano.

Tra l’altro a Varese hai vinto il campionato di A2 nel 2009: cosa serve di più ora che iniziano i playoff, si azzera tutto e comincia un nuovo campionato?

Quell’anno c’era la stessa formula che ci sarà l’anno prossimo, quindi noi salimmo direttamente. In ogni caso i playoffs di Legadue li ho fatti, noi non siamo abituati a giocare ogni due giorni. E’ un modo di giocare completamente diverso, bisogna tirare fuori risorse che magari non tutte le squadre sono abituate ad avere. La gestione dei giocatori sarà importante, le energie dovranno essere centellinati. Forse le partite dovranno essere preparate più tatticamente che altro.

 

Quando sei passato da Treviso hai incrociato Alessandro Gentile per una stagione: ti chiedo un commento su di lui e sul suo percorso.

Ci sono sempre state enormi prospettive e aspettative, credo che sia un grandissimo giocatore. Quest’anno ha ritrovato la sua verve e un po’ di fiducia. Credo che l’anno a Bologna gli abbia fatto solo bene e spero di vederlo tornare a livelli ancora più alti, magari con la Virtus

Per finire non posso non chiederti un pronostico sia su Virtus-Varese che sui Playoff di A2.

Ho visto che la Virtus è un po’ in emergenza nel reparto esterni, quindi dico Varese che forse ha più bisogni di punti per i playoff, ma sono sicuro che la Bologna potrebbe far valere il suo fattore campo.

Sui playoff è dura: se la Fortitudo riesce a trovare una buona solidità, come sta dimostrando con Pozzecco come allenatore, la vedo come la squadra più tosta da affrontare.

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