(foto Virtus Pallacanestro)
(foto Virtus Pallacanestro)

Marco Belinelli ha rilasciato qualche giorno fa una lunga intervista a Emilio Marrese per vogue.it
Alcune dichiarazioni.

Ho paura di smettere. Vorrei che non succedesse mai, perché dopo non so cosa farò.

La malinconia guardando una vecchia foto? Mi mette malinconia, mi fa pensare che si avvicina il momento di ritirarsi. Mi fa pensare che non riesco più a saltare in alto come quel ragazzino magrissimo e sbarbato di provincia. Ma penso anche che quel cinno non l’ho mai tradito. Già alle elementari dicevo di voler fare il giocatore di basket e ho sempre fatto le scelte giuste per riuscirci. Guardavo le videocassette delle partite insieme a mio fratello, ammiravo con lui quei fenomeni come Larry Bird e Michael Jordan. E ci sono finito in mezzo anch’io, a pestare quelle stesse tavole di parquet. Mi sono fatto un mazzo così ogni santo giorno della mia vita, ogni anno per trovarmi un posto dove giocare tra quei mostri là.

Obiettivi? Vorrei che le mie figlie mi vedessero sollevare un trofeo importante. Ho sempre avuto questo desiderio fin da quando ero piccolo e vedevo i miei compagni di squadra più grandi portare i figli alla partita, prenderli in braccio alla fine, dargli il cinque. Forse non sembra, ma sono un romantico. Però devo sbrigarmi. A trentotto anni voglio far vedere in ogni allenamento che sono ancora capace di aiutare la squadra a vincere. La scorsa stagione ci sono riuscito, ho avuto la forza di dimostrare che potevo essere ancora importante».

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