Il presidente della Virtus è stato intervistato da Giorgio Burreddu su Stadio.

Ecco le sue parole: Quando mi hanno detto che avevo un tumore ho creduto di morire, e allora ho pensato alle cose belle che mi stavo portando via, alle cose positive, a quelle che avevo fatto, a mia mamma, a mio papa, a mia moglie, ai figli, agli amici e a qualche emozione. Non porti via i soldi, gli oggetti, la barca, le piscine, le case. Ti porti via le emozioni. Mi chiedete come si progetta il futuro. Dico questo: noi siamo abituatì a lamentarci che e il passato è sempre troppo veloce, che ci voltiamo ed è già alle spalle, mentre il futuro è sempre troppo lento ad arrivare. Ma noi viviamo ora adesso e qui, dobbiamo vivere bene questa giornata, allora uno può programmare il presente: il futuro è una conseguenza. Magari quello della Virtus non è un presente facile, c'è bisogno di lavorare, c'è bisogno dì gente che venga con entusiasmo. E' facile dire la Virtus vinceva, la Virtus faceva, la Virtus era. E' vero. Ma c'erano imprenditori che investivano al di là di qualsiasi cosa, mettevano sul piatto ogni anno una potenza molto grossa, e di conseguenza si agiva. Adesso è diverso. Ritrovare quelle cose è difficile. Gente che vuole collaborare ce n'è, ma qui ci vuole gente che creda nelle cose, che creda che fare qualcosa per i giovani e per lo sport è importante, che creda che nella vita non è importante quel che ci portiamo via quando finisce, ma è importante quello che lasciamo.

La retrocessione? E' stato un immenso dispiacere. L'ho vissuto dentro, nell'anima, ma ho cerca io di pensare subito che non devi mai piangerci addosso. Bisogna fermare le lacrime e i pianti. Più tempo perdi e meno tempo hai per sistemare le cose.

Allora parliamo di futuro: come si progetta? Ci vorrebbe qualcuno che si innamori di questo progetto. Non voglio sindacare sui soldi della gente, ci mancherebbe. Ma è chiaro che abbiamo delle idee, delle volontà, delle aspirazioni. Sarebbe strano il contrario.

Tipo essere ripescati in A? Me lo auguro. Tornare su noi, e anche la Fortitudo, perché no. L'A1 costa molto, costa il doppio per le tasse che ci sono. Niente è facile.

Cosa state facendo perché diventi realtà? Siamo lì. Ci vogliamo provare. Ci siamo. Noi portiamo tutte le opzioni, le idee, le cose positive che possiamo fare. C'è l'assemblea di Lega. Poi tutto andrà portato al consiglio federale.

Ma il ripescaggio è un bene o un male? Nel senso? Guadagnarsi la promozione non è meglio? Noi abbiamo sbagliato e siamo retrocessi, però ci sono tante situazioni che dovete analizzare voi e non io. Magari molte volte retrocedi perché spendi spero più del doppio in tasse....

Ritrovare un derby passa sopra al fatto di ritrovarlo in A2? Delle volte ti toccano cose che non vorresti, ma ti toccano. Il derby è la via di Bologna, il derby è basket city, è qualcosa di bello e di meraviglioso. Bologna ha una grande civiltà sportiva. Siamo diventati basket city anche e grazie al derby.

Quindi non è finita un'era? Ma no. A volte inciampi, cadi e ti rompi un ginocchio. Devi solo avere la forza di alzarti e camminare. La Virtus è li, ha voglia di continuare, ha voglia di andare avanti.

Si è mai pentito di aver accettato la presidenza? Il suo nome fatalmente resterà anche (ovviamente non solo) legato a questa stagione. Pentito? Macché. Quando faccio una cosa la faccio con entusiasmo. Ho un'età che mi permette di farlo. Tanta gente mi ha fermato e mi ha detto di crederci che ci credono anche loro. E' così, e quindi bisogna solo lavorare a fare le cose giuste. Poi penso che l'importante sia il rispetto verso la Virtus, verso la sua storia. Questo sì.

Ramagli cosa può dare in più al progetto Virtus? Può dare la sua esperienza per quello che ha fatto nel settore giovanile, per quello che ha fatto ad alto livello coi giovani. E' uno che conosco, lo conosco bene, e sono contento perché darà un contributo importante.

Che tipo di squadra sarà la Virtus del prossimo anno? Cerchiamo di mettere dentro più giovani possibile. Ma bisogna stare attenti e fare le cose con la testa. Se vai in A diventa anche importante non bruciarli. Ci vuole rotazione, bisogna saperli gestire. Diverso è in A2, perché magari puoi investirci un po'di più anche e ti ritrovi in casa gente importante.

Sul mercato come avete intenzione di operare? Noi sappiamo che cosa ci interessa, ma chiaramente non possiamo fermare giocatori che sarebbero importantissimi in A2 ma meno importanti in A1. Bisogna vedere, aspettare e considerare tutto.

Campagna abbonamenti. C'è poco tempo per metterla insieme ma sarà fondamentale. Ci siamo già incontrati e ne abbiamo parlato. Anche qui, abbiamo progetti e soluzioni. E' uno dei tasselli, senza dubbio. Ma non possiamo raccontare alla gente delle bugie, non vogliamo gabbare nessuno. La campagna abbonamenti sarà adeguata.

Pagliuca è sempre uno di vostri super-tifosi? Quanti abbonamenti farà per darvi una mano? Gente come lui può fare uno, due abbonamenti, venire a vedere le partite e stop. Invece no. Ha dato un contributo molto importante, per cui quando lo incontro gli stringo sempre la mano e gli dico grazie.

A Valli invece cosa ha detto? Se n'è andato via cosi? Non voglio più pensare al passato. Il silenzio è la miglior medicina per le ferite. Serve a tutti. Anche a Valli, che farà bene dove andrà. Ci sono momenti in cui le storie finiscono, e poi si parla di eroi o di colpevoli. La colpa adesso sarà solo la mia. Perché bisogna avere la forza di prendersi la responsabilità.

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PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE