In merito alla scelta Virtus di dotarsi del “centrone” Dexter Pittman, che alla prima giornata ha subito fatto una grande prestazione, e alle buone prove di altri centri alla prima giornata (Cervi di Avellino e Kirk di Pistoia) il Corriere di Bologna ha sentito il coach della Fortitudo Matteo Boniciolli, da sempre un amante dei pivot “di stazza”.

Ecco le sue parole: Nella nostra pallacanestro si va a mode sottolinea Matteo Boniciolli. Ricordo ancora l'idea di D'Antoni di mettere Pittis da numero quattro. Da quel momento in Europa non abbiamo più vinto nulla, perché lì le squadre hanno un pivot di 2,15 e un'ala forte di 2,11. Il pivot condiziona perché devi lavorare per metterlo nelle condizioni di sfruttare il suo potenziale, molto più semplice giocare come in D-League e fare due pick and roll con un lungo che corre e salta. Anche se è passata una sola giornata, la scelta di Valli di affidarsi a un pivot dominante di 2,10 e 130 chili si è rivelata subito intelligente.

Cervi? Conosce i suoi limiti, è un giocatore che salta, corre e stoppa, andarci oltre non è facile per gli avversari. Molto spesso, nei campionati giovanili che frequento abitualmente, sento dire che i lunghi disturbano perché si può correre di meno. In realtà, il problema è che bisogna insegnare alla squadra a giocare con e per il lungo. Bisogna conoscere la pallacanestro, allora molti annusano l'aria che tira e dicono che il pivot non serve più.

I pivot che "spostano" sono quelli bravi e se li hai non sono inutili. Chi è arrivato in finale all'Europeo? La Spagna di Gasol e la Lituania di Valanciunas, non due atleti esplosivi ma due che giocano da dio a pallacanestro. Negli altri campionati d'Europa, i pivot giocano. E infatti siamo arrivati sesti con la Nazionale più forte di sempre.

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