LA PRESENTAZIONE DI ALESSANDRO GENTILE: MI SONO SENTITO VOLUTO E DESIDERATO, RIPARTO DA ZERO COME IL NUMERO CHE HO SCELTO
Tanta gente alla Palestra Porelli, ancora una volta, con tifosi arrivati anche due ore prima. Circa 400 i tifosi presenti. Tutto questo per la presentazione di Alessandro Gentile, il nuovo numero "0" dei bianconeri.
Ecco le parole degli intervenuti, introdotti da Marco Tarozzi, che ha iniziato leggendo la lettera del presidente Bucci del 12 luglio, in cui si diceva che aggiungere al roster sia Pietro Aradori che Alessandro Gentile sarebbe stato un sogno. Sogno che si è realizzato oggi.
Alberto Bucci - Adesso abbiamo due grandi giocatori, credo sia una cosa molto bella. Questa squadra ci sta entusiasmando, ci fa sognare delle cose molto belle e molto lontane. Ma bisogna costruirla. E qui voi tifosi siete importanti. Dobbiamo mettere insieme dei grandi campioni, cerchiamo di prendere Lawal. Non voglio frenare il vostro entusiasmo, ma dico che gli inizi sono spesso difficili. L'allenatore l'anno scorso era Ramagli, e così sarà quest'anno. Julio Trovato sta lavorando per portare a casa contratti importanti. E io dico che l'unione che c'è stata con voi tifosi l'anno scorso deve esserci anche quest'anno. L'amore dei tifosi è più importante nei momenti difficili. In precampionato mi auguro di perdere molto, perchè perdendo si migliora. Ma voi tifosi siete la chiave di tutto, e se perdiamo fate come avete fanno l'anno scorso, ringraziando i giocatori anche dopo le sconfitte nei playoff. Io mi auguro di vincere il più possibile, vogliamo fare un grande campionato. Ma i risultati sono sempre casuali, il lavoro e l'impegno no. E noi lavoriamo per questo.
La durata dell'accordo? Abbiamo un accordo ed è giusto così.
Julio Trovato - Volevo raccontare un aneddoto. Anni fa facevo il manager in una squadra che faceva solo attività giovanile, e giocammo un finale nazionale a Bologna. Eravamo in un albergo vicino all'IGD, e mentre la mia squadra, di un paese vicino a Torino, era a pranzo, arrivò a mangiare la Benetton Treviso, squadra con fisici incredibili. A capotavola si siede Alessandro, un uomo che mangiava in mezzo ai bambini, era fisicamente molto importante. In quell'occasione pensai che anch'io avrei voluto un giocatore così, che già a tavola aveva la leadership su tutti gli altri ragazzi. E oggi ce l'ho con me, ce l'abbiamo tutti con noi.
L'accordo? Noi ci siamo legati a lui per una stagione, ma l'idea è quella di cominciare a parlare del futuro a breve. Perchè per una stagione? Perchè per lui è importante ripartire, e per noi è importarlo averlo con noi in questa fase. In questo momento conta questo.
Alessandro Gentile - Grazie per essere qui, so che è scomodo essere chiusi in una palestra il 20 luglio. Grazie a voi e alla società che mi ha dato l'opportunità di giocare in una società così gloriosa. Sono carico e motivato, ci vorrà un po' di tempo ma credo che potremo fare bene. Il vostro apporto sarà fondamentale, ho visto la finale con Trieste, sono stato al palazzetto e ho sentito il vostro calore. L'affetto dei tifosi è fondamentale, quando le cose vanno bene ma soprattutto quando vanno male. Se stiamo tutti uniti credo ci potremo divertire.
Il numero zero? Per me è un anno di ripartenza, non c'è bisogno di nascondere che l'ultima stagione è stata travagliata e complicata. Vorrei ripartire, parto da zero come il numero che ho scelto.
Dove mi sento più completo, in attacco o in difesa? Beh, la difesa quando giochi a basket non è la prima cosa che ti piace fare. Sicuramente sono più importanti tutti e due gli aspetti, e c'è tanto da imparare.
Perchè la Virtus? Perchè è una squadra con ambizione e ha un grande progetto, e ha puntato sulla forza dei giocatori italiani, io credo molto nella forza del gruppo italiano. Anche perchè è una società storica, non devo certo dirlo io, e anche per giocare con mio fratello.
Come pensi di rientare nella pallacanestro italiana? E' questione di lavorare, allenarsi, e lavorare in un ambiente compatto, che ti è vicino, che ti desidera e ti vuole. Sentirsi voluto e desiderato è quello che un giocatore vuole. E lavorare in un ambiente così è la medicina per tornare a certi livelli.
Cosa non è andato a Milano? Non ho molto da dire a riguardo. Quando una stagione va così di sicuro la colpa è del giocatore per prima cosa, e poi ci sono tante altre variabili che non so qui a dire. Ora voglio parlare solo della Virtus e del futuro, grazie a Dio ho 24 anni per cui qualche altro anno potrò giocare.
L'allenatore con cui mi sono trovato meglio? Ho avuto tanti allenatori e compagni di squadra che mi hanno insegnato tanto. Non faccio nomi, ma ognuno a suo modo mi ha dato qualcosa, chi in positivo chi in negativo.
Cosa sai di Bologna e della città? Non conosco bene la città, quando giocavo qui da ragazzino vivevo a Imola. Avrò modo di scoprirla cammin facendo.
Cosa ti ha detto tuo fratello Stefano? Eravamo sempre in contatto, giocare con lui è una cosa che desideravo tanto, era successo solo per un breve periodo in Nazionale. E' una cosa indescrivibile, una grande soddisfazione.
La macchina sparapalloni? Aiuta in allenamento, l'ho provata l'estate scorsa in America, e credo sia una cosa che aiuta molto un giocatore, puoi allenarti quando vuoi e a qualunque ora, anche quando non hai voglia di avere attorno allenatori che ti parlano e ti correggono. Riduce i tempi di lavoro, ma non l'intensità.
Poi bagno di folla, foto, selfie e quant'altro, e consegna di maglie e sciarpe da parte dei tifosi organizzati, Vecchio Stile e Forever Boys.
Il video integrale, grazie a Laura Tommasini di Sportpress, contenente anche ulteriori interviste ad Alessandro Gentile, Alberto Bucci, Renato Albonico e Paolo Barbieri di Logital (Fondazione Virtus).