Sei punti di vantaggio sul trio di seconde Montegranaro-Verona-Treviso, peraltro tutte e tre già battute in trasferta. 14-1 di record nel girone d’andata, che senza andare a far riemergere antiche similitudini (la F di Di Vincenzo, che in queste settimane è vittima di forti attacchi di acufene) è, prima di tutto, un discreto viatico per pensare di essere davvero a buon punto. Specie considerando come le tre campionesse d’inverno passate – Brescia, Virtus e Trieste – poi sono andate su, peraltro tramite playoff. Ma chi la può fermare, codesta Fortitudo, che giunge alla conclusione della sua ennesima vittoria malgrado una partita a tratti sonnolenta, pigra, sia mentalmente che fisicamente? Che ad un certo punto pareva ormai averla data per persa, tra nervosismo e l’incredulità di trovarsi davanti una banda di giovincelli screanzati ed entusiasti. Poi, però, è bastato fare la voce grossa nelle prime azioni del supplementare (21 punti segnati in 5’), e tutto è tornato a posto.

In un campionato dove è chiaro che non si può vincere sempre, la Fortitudo vince sempre, o quasi. E questa ennesima vittoria pare ormai una specie di telefonata alla tipografia che dovrà stampare gli abbonamenti per la prossima stagione, facendo presente che il logo di LNP dovrà essere sostituito con quell’altro. Però, Roseto dice ancora una volta una cosa: un attimo, e puoi perdere. Banale, ma ovvio. Ed è vero che il margine non è poco, ma intanto si dovrà stare a guardare su chi fare la corsa, e poi se ne riparlerà. Chiaro, se tra Verona e Treviso dovesse arrivare un due su due, allora forse si potrebbe già provare a transennare il Nettuno. Ma ricordarsi sempre che di Fortitudo si sta parlando, e che di harakiri clamorosi qui ne sono pieni gli annali. Ok?



In ginocchio da te - La solidità del cosiddetto gruppo dei veterani e degli esperti, che l’anno scorso a volte pareva prendersi a palle in faccia (metaforicamente parlando, il problema non erano certo i rapporti tra singoli), e che ora riesce sempre a tirar fuori il coniglio dal cilindro. Citofonare Rosselli, che ad un certo punto era da prendere e accompagnare direttamente in pullman.

Non son degno di te - Ci stavamo già mettendo Cinciarini, visto il disastro del tempo regolare. Poi si è salvato pure lui, e allora chi ci possiamo mettere? Nessuno, dai.

(foto Roseto Sharks)

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI