LUCA BECHI: RAMAGLI E' L'UOMO GIUSTO AL POSTO GIUSTO. PER ANDARE IN FONDO SERVE RESILIENZA, COMPATTARSI NELLE DIFFICOLTA'
L'ex coach bianconero Luca Bechi - promosso in serie A con Torino nel 2014-15 - è stato intervistato da Luca Muleo su Stadio.
Ecco le sue parole.
Cosa serve per arrivare in fondo? Bisogna saper andare oltre le difficoltà.
Questa Virtus cosa potrà fare? Quando si riparte da una stagione difficile, c'è sempre voglia di rivincita, la rabbia per tornane su. Il nome resta importante, e c'è l'obbligo dì competere per una società così. Competere non vuol dire vincere, ma provare a lottare al vertice. Dopodiché, con una promozione, ci sono talmente tante variabili che sarebbe sciocco dire "parto per vincere", chi lo fa sbaglia. Si parte per iniziare un percorso. La pressione ci sarà e ogni domenica chi giocherà contro la Virtus, la vivrà come una partita speciale e moltiplicherà le forze.
La qualità che vi è servita di più per vincere il campionato? Tenere duro, avere la capacità di resistere in una stagione che iniziò il 20 agosto e finì il 12 giugno. Uso una parola che va di moda: resilienza. Un gruppo di persone che si compatta e supera le difficoltà.
Che valori esprime la A2? E' una formula interessante, ci sono partite tirate, buoni americani, italiani cresciuti, giovani importanti. Un torneo godibile.
Cinque stagioni da vice di Ramagli a Biella. Che tipo è il coach bianconero? L'allenatore giusto nel posto giusto. Coerente, corretto, metodico, scrupoloso, attento ai dettagli. Ha tutto ciò che serve a una squadra in cerca di rilancio.
E' forse la persona con cui ha parlato più di basket, e magari non solo. Assolutamente vero. Tanti anni Fa abbiamo iniziato insieme, a Livorno da avversari. Poi mi ha dato la possibilità d ifare esperienza, e gli sono grato. Ma è la sua carriera a parlare per lui.
La qualità principale? Tante. Se ne devo scegliere una, l'equilibrio, il buon senso.
Ha allenato anche Rosselli nell'anno e mezzo a Torino. E' il classico veterano che conosce i campionati, metterà la sua esperienza per la causa. Un giocatore che dà tutto in campo, dall'inizio alla fine.
Manca un tassello, per il resto che Virtus vede? Il tassello è importante, intanto. Comunque c'è il mix giovani-esperti: Ndoja, Michelori e lo stesso Spizzichini hanno giocato tante partite in A2. Poi ci sono i giovani con voglia di emergere, Spissu che ha fatto bene in una realtà diversa. Tanti spunti interessanti.
E quindi il derby. Un grande tesoro per il basket italiano, è una grande gioia ritrovarlo. Uno spettacolo nello spettacolo.