Stefano Rajola, ex vice di Antimo Martino e ora capoallenatore a Chieti, è stato sentito da Damiano Montanari per Stadio. Un estratto dell'intervista.

"Mi dispiace che la mia esperienza a Bologna sia coincisa con la retrocessione. La squadra aveva le potenzialità per salvarsi, purtroppo è stata un'annata molto diffcile, iniziata con l'addio dell'allenatore attorno al quale era stato costruito il progetto dopo una sola giornata e proseguita con tanti avvicendamenti nel roster. Questo ha innegabilmente complicato la formazione della giusta identità da parte del gruppo. Non siamo stati fortunati.
C'è stato un concorso di situazioni. Abbiamo provato ad aggiustare un roster che evidentemente non era stato costruito in modo perfetto, altrimenti non avremmo cambiato cinque giocatori. Se sostituisci Richardson, Gudmundsson, Ashley perché è scappato e sei sempre appeso al rendimento ondivago di Groselle, è normale che possano nascere diffcoltà. In certe stagioni è necessario invertire presto il trend negativo. Se non ci si riesce, ci si trascina e si rischia di fare come la Fortitudo dell'anno scorso.
Se avessimo vinto la partita con Napoli, che era alla nostra portata, probabilmente ci saremmo salvati. Feldeine, il giocatore su cui avevamo investito di più, prima ha avuto il Covid, poi un problema alla caviglia, poi un acciacco al polpaccio e infine si è rotto il tendine rotuleo. Non è riuscito a dare il contributo atteso, ma nessuno poteva saperlo prima.
La Fortitudo di oggi? È nata con grande ritardo, ma ha esterni di grande qualità e lunghi di complemento. È molto competitiva. Vincere al PalaDozza sarà estremamente difficile"


(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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