Iniziare un ultimo quarto da -10, vedere il proprio unico americano rimasto uscire dal campo con la testa che frulla dopo un frontale con Mortellaro, ma riuscire comunque a vincerla, facendo 3-0 e volando in semifinale tra meritate ovazioni e l’esaltazione. Boniciolli sarà anche contento così, come ha detto lui, ma questa squadra di fermarsi non ne ha proprio voglia, e chiude la serie dopo 30’ tra, forse, i peggiori casalinghi della stagione. Ma basta e avanza l’ultimo quarto, lasciando Agrigento a soli 9 segnati e facendo quello che serve per girarla del tutto. Ormoni a mille, e ora si attende qualcuno tra Treviso e Ferentino (2-1 per i veneti).

Bologna inizia con magari non tanto ordine offensivo, ma con una fame di palle vaganti da sfamarci gli asili di tutta la città in questi giorni di scioperi selvaggi delle mense, e con una difesa schierata che esaurisce gli altrui pensieri. Però alla lunga c’è forse troppo rispecchiarsi nelle buone cose dietro, e il davanti ne risente: si segna solo sull’asse greco Amoroso-Quaglia, Mortellaro sfrutta la panca ossigenante di Daniel, e il tanto lavoro non permette comunque il vantaggio, dato che al 10’ è 14-11 Agrigento.

Si continua a pensare di poter far canestro quasi per diritto divino, forzando penetrazioni e comunque sia dimenticando l’arte del sudore. E allora Agrigento inizia a caricarsi, con Evangelisti che predica in quanto tale e Saccaggi a gasarsi in una sfida di ormoni con Italiano. 22-4 di break e 29-14 esterno, con clima che si inasprisce e Boniciolli a scuotere la pelata ad ogni azzardo dei propri fanciulli. Qualche estemporaneità, comunque, permette a Bologna di erodere molecole di divario, fino al 26-36 del 20’.

Pur mantenendo l’inesistenza o quasi dall’arco, andando alla ricerca di un comunque sinusoidale Daniel ci si riavvicina (33-39), ma dietro è roba da chiedersi cosa stia capitando, vista la facilità con cui, in tre occasioni consecutive, Agrigento arrivi al ferro a difesa schierata senza opposizione alcuna. Sempre attorno ai 10-12 di elastico, con inspiegabili passaggi a vuoto, ma con un ciuf di Carraretto al buzz per il 47-55 del 30’.

Buttandola sulla bagarre e sull’altrui braccino, Bologna cerca di gattonare verso la parità, ma Amoroso non ne vuol sapere di coordinare le percentuali e in svariate occasioni il possibile -3 finisce sul ferro. Mortellaro e Daniel cozzano di scatole craniche autoelidendosi, ma intanto le cose sembrano cambiate davvero, con Raucci a difendere sul serio e Agrigento a continuare un proprio autofrenaggio. Ci potrebbe anche essere il sorpasso, se non si tirassero i liberi cone quelle che Aldo Giordani definiva percentuali muliebri. Montano però, ciccandone 3 su 5, riesce comunque ad impattare a quota 57 nella bolgia, fino a quando quasi per inerzia arriva, sempre da Montano (9 di fila) roba buona per il 62-58. Finita? No, perché Saccaggi si inventa il -1, Carraretto sbaglia un libero, e per far saltare il banco c’è bisogno di un assist di Montano per Amoroso. 65-61 a 31”, altra persa offensiva Agrigento ma regalo sulla rimessa per bomba di Martin. Candi ne fa uno, dalla lunetta, Amoroso prende rimbalzone, Montano stavolta ne infila due e recupera il pallone decisivo. 3-0, in modo quasi eroico.


(Photo by Fabio Pozzati / Iguana Press / Fortitudo Eternedile Bologna)

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