Il 10 aprile 1984 la Fortitudo ottenne una promozione in A1 andando a vincere a Perugia. Damiano Montanari per Stadio ha contattato uno dei protagonisti di allora, Massimo Iacopini. Un estratto dell'intervista.

"Fu una gara tutta d'un fiato, giocata con una incoscienza insolita per una partita che valeva la promozione. Non eravamo una squadra tattica, i 100 punti lo confermano. Avevamo talento, amavamo correre, giocare in contropiede e tirare tanto. Andrea Sassoli, il terzo allenatore di quella stagione dopo Rudy D'Amico e Francesco Zucchini, era riuscito a liberare il talento di ognuno di noi.
John Douglas è sempre stato un ragazzo solare, un grande amico con il quale ho mantenuto rapporti a distanza per più di 30 anni. Si era integrato benissimo a Bologna, vivendo la sua città come se fosse la sua. Era un giocatore di un'altra categoria, un play moderno, una guardia che giocava pick and roll e che poteva contare su un atletismo spaventoso. In campo era il nostro leader, fuori un grande compagno di squadra, allegro e sorridente, a volte permaloso per gli scherzi che gli facevamo.
Quando Earl Williams arrivò dal Maccabi Tel Aviv mandava tutti a quel paese. Era difficile gestirlo. Sassoli fu bravo a tranquillizzarlo, parlandoci e facendolo sentire il 'main player'della squadra. Non c'era bisogno che ogni partita segnasse 30 punti, bastava che con la sua presenza fisica aiutasse il gruppo. Ovviamente noi cercavamo di aiutarlo servendogli spesso il pallone. Era un giocatore possente e dominante e come squadra eravamo tutti impazienti di conoscerlo. La prima volta che entrò nello spogliatoio eravamo tutti seduti. Lui cominciò a sfilarsi i pantaloni, poi le mutande, e spontaneamente scattò l'applauso. Rimanemmo tutti affascinati dalle sue 'dimensioni', partirono i 'bravo' e i 'complimenti'. Lui ci guardava stranito, senza capire. A Livorno in un palazzetto freddissimo fece il riscaldamento con un giubbotto di pelle...
Il coach? Sassoli era un coach moderno. Amava parlare con i giocatori, mettendoli a loro agio. Un'eccezione, in un periodo in cui gli allenatori erano solitamente duri. Con noi fu bravissimo a far girare la stagione"

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