IL DOPOPARTITA DI VIRTUS-MILANO
Se la Virtus nei prossimi anni vuole tornare ai massimi livelli in Italia, come da ambizioni della proprietà, ieri si è visto che cosa manca. Milano era reduce da una partita in Russia in Eurolega, è arrivata a Bologna e comunque ha dominato la partita per i primi 15’, aggredendola come avrebbe dovuto invece fare la Virtus per provare a giocarsela. Poi i bianconeri sono entrati in partita e hanno giocato in maniera encomiabile, ma è stato un ingresso tardivo, e onestamente non si è mai avuta l’impressione che la partita si potesse riaprire del tutto. Tra la differente lunghezza del roster, l’impatto fisico molto diverso (28-39 a rimbalzo), la condizione fisica precaria di alcuni virtussini e altri (Lawson e Baldi Rossi su tutti) che non sono parsi pronti per questo livello, onestamente c’è stato poco da fare. Poi si potrebbe dire qualcosa anche sulla gestione di Lafayette, volendo. La sostanza è che comunque Milano ha vinto con pieno merito, contro una Virtus volenterosa (dopo l’inizio shock) ma comunque corta e fisicamente stanca, visti i ricorrenti infortuni. Ramagli ha detto che non ha nulla da rimproverare ai suoi, e (inizio a parte) ha ragione: a oggi Milano è molto più forte della Virtus.
Il campionato però non aspetta. Dato che è arrivata la terza sconfitta in fila in campionato, e domenica si va a Brescia, la necessità di rinforzare la squadra prendendo quello straniero che manca diventa sempre più urgente, perché i bianconeri sono stati recuperati in classifica da Sassari, Cantù e Trento, e i playoff - ultimo obiettivo societario della stagione - al momento non sono scontati, anche se dopo Brescia il calendario diventerà più agevole.
La sostanza è che la Segafredo ha un pubblico caldo e gioca in un palazzo splendido e sempre pieno, che da ieri ha anche un parquet nuovo e modernissimo, al netto del gradimento o meno del colore rosso. Il prossimo step da fare - però - sarà quello di rinforzare la squadra, su due livelli. Subito per avere la certezza dei playoff, e in maniera più strutturale dall’anno prossimo perché il progetto è quello di una crescita graduale, in cui dalla prossima stagione - visti i contatti di ieri con la FIBA - ci sarà la certezza di disputare una coppa europea, e quindi anche la necessità di avere un roster più profondo.