Si deve tornare indietro di un bel po’ di anni, e sgrattarsi discretamente i gioielli posti tra le gambe, ricordando l’ultima volta che la Fortitudo è uscita vincente da una trasferta all’esordio in campionato. Era il 2008, era Udine, e poi sappiamo bene come è andata. Solo una pura statistica, ricordando come invece nelle ultime due stagioni l’inizio era sempre stato farlocco, e sempre al PalaRuggi. Stavolta è andata diversamente, con una vittoria per niente scontata visto come Bologna sia arrivata a Chieti con Boniciolli che poco ci mancava chiedesse nuovamente a Lamma di tornare a giocare (è una gag, attenzione), e magari di fare non solo il regista ma anche l’ala forte. Giornata numero uno, due in schedina, tre assenti, quattro il divario, cinque che alla fine venivano battuti tra i giocatori, sei il numero di Mancinelli festeggiato a casa propria, sette gli effettivi titolari, eccetera così come volete voi.

Squadra compatta, squadra seria, squadra che non si è abbattuta quando Chieti ha messo la freccia e ha rischiato di mettere le cose in tutt’altra maniera. Alla fine saranno stati anche in pochi, però qualcuno è sempre uscito fuori, quando c’era bisogno: Knox prima, Roberts poi, Candi alla fine, alternando cose buone e cose meno buone. Ma con minutaggi che per certuni sono volati a livelli che per Boniciolli sono bestemmie, non si poteva chiedere anche continuità. Però, e qui ci vuole l’applauso, nello sprint finale è contata più la testa che non il fiato. E ha vinto Bologna.

Ora si torni in palestra, sperando di recuperare qualcosa per domenica, e cercando di capire come andranno a finire le querelle in corso. Evitiamo quella sulle emittenti perché va oltre le nostre competenze, c’è in ballo quella sulle magliette a pois. Ieri la Fossa ha vergato il proprio discreto disappunto, alla fine si potrà disquisire sul fatto che conta sudarci, dentro le maglie, più di ogni altra cosa. E se fuori ieri c’erano i pois, dentro c’erano le gocce di sudore di giocatori che hanno vinto. Il resto è roba per esteti, e noi di certo non lo siamo.


Shine on you crazy diamond - Tutta la truppa al suo meglio, con Roberts bravo a capire sempre ciò che serviva, e alla fine conigli usciti dai cilindri di tutti. E magari bravo anche al coach, perché la mentalità è roba che passa, forse, anche dai suoi insegnamenti e dai suoi urlacci.

Another brick in the wall - Questioni che con la partita non c’entrano, come detto, quindi bypassiamo.

VIRTUS - PIACENZA, IL DOPOPARTITA
PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE