MEMORIAL PORELLI, IL DOPOPARTITA DEL DERBY
E così, è andata in archivio la sesta edizione del Memorial Porelli, ovvero il discusso e contestato derby amichevole. D’altronde, se non fosse discusso e contestato non sarebbe un derby.
Non esistono derby amichevoli, ha scritto la curva bianconera. Si può dire che, nel caso esistessero, quello di ieri sera ci assomigliava molto. Non c’era il tutto esaurito: due gruppi di tifosi assenti su quattro, di tifosi virtussini ce n’erano, visto il biglietto regalato con l’abbonamento, di fortitudini decisamente meno, poche centinaia. Il clima era tranquillo con sfottò tutto sommato limitati, e la partita ampiamente finita dopo 15’, come si poteva sospettare a priori vedendo i roster delle due squadre.
E’ stata anche, per entrambe le squadre, la serata del “battesimo” del PalaDozza, che nessuna delle due aveva mai visto, per i lavori prima e per l'Italbasket poi. I riferimenti mancavano a tutti, come si è visto dalla quantità di errori da tre, soprattutto nel primo tempo: poi qualche misura è stata presa.
A tre settimane dall’inizio dei campionati (due dalla Supercoppa per la Effe), la speranza maggiore è che Sacripanti e Martino abbiano tratto utili indicazioni dal match. Il coach bianconero in conferenza stampa si è concentrato soprattutto sulla serietà dei suoi giocatori, che non hanno sottovalutato l’impegno, mentre quello biancoblu ha ammesso candidamente che la squadra ha pagato situazioni con cui da domani non avremo a che fare. Quindi, probabilmente, di indicazioni tecniche ne sono arrivate poche, ma emotive sì: da una parte l’importanza di mettere il massimo impegno sempre, continuando a giocare senza cali: nel secondo tempo la tensione si è comprensibilmente allentata, ma a 2’ dalla fine la Virtus comunque era al massimo vantaggio (81-52), e dall’altra l’importanza di non disunirsi quando si sbatte contro un muro. Molto, poco, utile, inutile... lo si vedrà più avanti.
(Foto di Fabio Pozzati / ebasket.it)