Una sofferenza atroce, un supplementare, ma alla fine poi quello che conta è portarle a casa, e brava la Fortitudo a sfruttare come in tante altre occasioni la lunghezza della sua panchina, o meglio l’infinita serie di opzioni, per scoprire piano piano i protagonisti giusti per far saltare Bergamo e chiudere con la vittoria. In una gara di tante amnesie, tanta presunzione, in certi casi, ma anche tanta voglia di rimediare ai propri errori: poi vero che Bergamo grazia Bologna al 40’ forzando inutilmente, con l’irritante Solano, il possibile chiudere. E alla fine serve vincere, non importa come.

Si parte con sonnolenza, tanta, troppa, soprattutto in attacco: benchè fornita di maggior fosforo di partenza (dentro Rosselli al posto di Chillo), la Fortitudo viaggia ad una persa al minuto, e se non è una persa è una forzatura. Così Bergamo, con qualche contropiede e maggiore lucidità, dal 9-9 prende il largo, senza nemmeno sfruttare tutte le possibilità. 15-2 di break, palle vaganti che restano tutte in Orobia, e 24-14 al 10’ senza quasi colpo ferire.

Arriva il ritardatario pubblico bolognese (ubi traffico anche Fossa cessat, o aspettat), e la Fortitudo cambia un po’ atteggiamento, sfruttando il fatto che Bergamo, al girar di uomini, non è che possa stare al passo. L’iperattività di Amici, la maggior pressione difensiva, ed è un 15-1 che di fatto azzera quello casalingo del primo quarto rimettendo tutto in pari o quasi. Cinciarini fa il +1 (31-30), poi sono Pini e Chillo a confezionare, al 20’, il massimo vantaggio stampando il punteggio sul 38-35.

Ci sarebbe di che provare a far la voce grossa, con un buon rientro in campo e l’allargarsi fino al 45-37, ma la superficialità ha il sopravvento, e di nuovo tutto diventa buio. Solano viene beccato dal pubblico biancoblu e si sveglia, Fattori non lo si tiene, ed è ancora un break, 11-0, con nuovo vantaggio interno. Serve che Rosselli prenda la squadra in mano laddove altri latitano, e il -6 torna ad essere parità, a quota 60, al 30’.

Nessuno la prende in mano, tra braccini e reciproca gentilezza nel non farne mai due buone di fila, e a 5’ dalla fine Boniciolli deve svestire Mancinelli in un atroce, collettivo, corri e sbaglia. Atrocità, disastri, ma lo stesso Mancinelli che, dopo qualche cross, infilza in avvicinamento il +1 a 70”. Batti e ribatti, Ferri da casa sua fa il +2, a 15” Chillo prende rimbalzone d’attacco e pareggia dalla lunetta, Solano esagera, overtime a quota 74.

Laganà porta i suoi avanti di 5, ma è sberla vitale per Bologna, che sfruttando liberi, un tecnico contro Ferri (secondo, espulsione) e la solita canonica tripla di Mancinelli nei momenti caldi fa 10-0. Non è finita, con Laganà che ora forza, Cinciarini che prende tecnico, ma con Rosselli che imbocca Chillo per il +4 a 40”. Laganà mette il -1 interno, Rosselli dalla lunetta fa +3, Fattori forza il possibile pareggio, anche questa è andata.


(Foto Pozzati)

OZZANO, IL PERICOLO ARRIVA DALLA MONTAGNA REGGIANA
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91