Amar Alibegovic, "Qui grandi progetti. Domenica? Non lo sento come un derby"
Alla vigilia di Trapani-Fortitudo, la squadra siciliana ha presentato Amar Alibegovic e Stefano Gentile.
Alibegovic: "Mi sono sorpreso di quanto sia bello il Palashark, tifosi spettacolari, hanno dato il benvenuto a me e Stefano in modo eccezionale. Sono andato via dall'Italia giocando altrove, quest'anno in Turchia: lì c'è stato qualche problema ma ho giocato una grande stagione, sono stato uno dei migliori 4 del campionato, avevo altre offerte ma mi sono confrontato con Stefano e sapendo che ci sarebbe stato anche lui ho capito che il progetto è serio. Vogliono fare bene, il progetto è arrivare alle coppe europee, e un posto così ambizioso è per me una scelta giusta. Ho vissuto tante emozioni in carriera, lo scudetto in Virtus, ma le promozioni sono cose che ti porti per sempre. Questa è una squadra che ha perso pochissime partite, e noi possiamo solo aggiungere qualcosa ad un progetto che era già serio prima del nostro arrivo. Non c'è la promozione diretta come l'anno in cui l'ottenni con Roma, sappiamo che i playoff saranno diversi, ora giochiamo l'ultima partita e poi prepariamoci alle prossime battaglie.
La sfida con mio padre? Andando alla Virtus gli ho dimostrato che faccio la mia strada. Da quando ho 15 anni mi ha sempre dato consigli, ma le scelte le ho sempre fatto io: quando ci fu l'opzione Virtus c'era anche la possibilità di Milano, ma alla fine decisi in questo modo. Mi servirebbero altri 20 anni per raggiungere la sua carriera, ma io faccio la mia strada, cerco di farlo seriamente, anche quando affronto mio fratello, così come quando affronto mio padre, non guardo in faccia a chi ho davanti.
Gli obiettivi? Questa squadra può essere importante, possiamo avere un progetto di livello e sognare, ma adesso pensiamo alla Fortitudo, ai playoff, e magari un giorno pensare a fare quello che è successo a Caserta.
Domenica? Ho vissuto due anni a Bologna, esperienza fantastica, una delle città più importanti nel mondo del basket. Sono l'unico virtussino in una famiglia di fortitudini, ho vissuto questa rivalità, ho giocato tante volte contro la Fortitudo e ho rispetto per quanto ha fatto mio padre in quella squadra, ma io ho fatto un percorso diverso. So che ci sarà mio padre dall'altra parte, ma penso solo a giocare contro una squadra importante, con americani forti e italiani di talento. Sarà una partita difficile, che affronteremo come sempre al massimo delle nostre possibilità"
Gentile: "Ero venuto a giocare qui quasi 20 anni fa, ora sono arrivato quasi come turista, ma giocare per Trapani è orgoglio e responsabilità. Dopo Sassari questo per me può essere un nuovo inizio: non sono più giovane ma ho ancora tanta voglia di fare e di rendermi utile: Trapani mi ha chiamato e non avevo altre offerte. Qui tutto parte dal presidente, che ci mette le risorse e che è l'artefice di tutto quello che sta accadendo in questa città a livello sportivo, come nel calcio. Senza di lui credo che i progetti sarebbero diversi. Sappiamo che vincere non è mai facile, oltre alle capacità fisiche tecniche e tattiche serve fortuna e convinzione: noi possiamo farlo, crederci e cercare di ottenere un obiettivo difficile da raggiungere.
Il ricordo dello scudetto di Caserta? L'ho vissuto da piccolo, poi l'ho rivissuto con il recente documentario. Erano tempi irripetibili, il mondo è cambiato, quello che è successo lì può essere ripetuto in modo importante come stanno cercando di fare qua con un progetto solido, serio e proiettato verso il futuro. Servono risorse economiche ma anche umane, quelle che c'erano a Caserta, e qui non manca nulla. Io sono orgoglioso di fare parte di questa ambizione, e grato del poterne fare parte."