Il doppio ex Tojo Ferracini è stato sentito da Damiano Montanari per Stadio. Un estratto dell'intervista, ricordando come arrivò in Fortitudo al posto di Dino Meneghin, la cui trattativa era già praticamente fatta e finita prima del cambio di idea di quest'ultimo.

"Intanto, della trattativa in fase avanzata per Meneghin scrissero i giornali locali e allora, come del resto ancora oggi, durante il mercato si rincorrono diverse ipotesi. Io non ne sapevo niente. Nei tre anni precedenti avevo giocato a Treviso e quando la Effe mi fece la sua offerta accettai subito. Conoscevo già la città di Bologna, avendo militato nella Virtus dal 1971 al 1973. Per me era una occasione importante, probabilmente Dino era la prima scelta ed era logico.
Di quella stagione resta rammarico. La squadra era ottima, ben costruita, con due giovani interessantissimi come 'Striscio' Zatti e Nino Pellacani, e un ottimo trio di americani perchè assieme ai fratelli John e Leon considero anche il naturalizzato George Bucci. Iniziammo bene il girone d'andata, arrivammo anche a vincere un derby tirato, poi scoppiarono dei problemi all'interno dello spogliatoio, soprattutto tra Bucci e John. Giocavano praticamente nello stesso ruolo ed erano due prime donne. Scivolammo fino alla zona playout, retrocedendo nella famosa partita a Napoli a cui assistette anche Diego Armando Maradona. Non dimenticherò mai le lacrime dei tifosi biancoblu che fuori dal palazzetto ci aspettavano piangenti accanto al nostro pullman. In quel momento ci sentimmo tutti in colpa.
Alla Fortitudo arrivai a 35 anni, disputando la mia ultima stagione in serie A, mentre alla Virtus ero approdato ventenne. La squadra si era da poco rinnovata ed era stata affidata a Vittorio Tracuzzi che però, per uno screzio con l'avvocato Porelli, fu licenziato. Al suo posto arrivò Messina, non Ettore chiaramente ma Nico, che prima di diventare allenatore di pallacanestro per tanti anni era stato preparatore atletico del Varese Calcio.
Le differenze? Diciamo che già allora i tifosi della Fortitudo erano molto pià vicini alla squadra di quelli della Virtus, diventando a volte quasi invadenti.
I più forti? Quando ero in Virtus, il fortitudino Gary Schull. Sulla sponda biancoblu sono stati tosti i duelli sotto canestro con il virtussino Renato Villalta.
Il dopo virus? La Fortitudo sicuramente soffrirà di più. Il botteghino è una parte fondamentale del bilancio del club e mi sembra evidente che, a settembre, se si partirà, sarà a porte chiuse"


(FOTO WIKIPEDIA)

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IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92