Alessandro Pajola è stato intervistato da Luca Aquino sul Corriere di Bologna, in vista del derby.
Un estratto delle sue parole.

La prima doppia cifra in serie A (14 punti) è stata nel derby. Qualche giorno dopo ci ho ripensato. Vivere una partita speciale come il derby e giocarla nel migliore dei modi è una grande soddisfazione. Il fatto che sia stata la mia prima doppia cifra in A lo rende a suo modo storico personalmente.
Purtroppo non c'erano i tifosi. Fu un vero peccato, perché ricordo l'atmosfera del derby del Natale precedente e di quelli in A2. La bellezza del derby, quello che lo rende ancora più speciale, è lo spettacolo dei tifosi.
Nella settimana del derby c'è qualcosa di diverso nell'aria? No, si tratta comunque di una partita speciale. Lo respiri in ogni angolo della città, mentre passeggi o anche al supermercato i tifosi ti fermano: "Mi raccomando il derby di domenica". È la bellezza di vivere in una città nella quale la passione per il basket è quotidiana.
La chiave della vostra partita? La nostra energia, prima di tutto. Dobbiamo seguire il nostro piano partita, essere concentrati in difesa perché poi è da lì che possiamo correre e trovare canestri facili in campo aperto.
Cosa dovete evitare per non far esaltare la Fortitudo? Loro hanno grande pericolosità dal perimetro, dovremo contestare ogni loro tiro e lavorare bene sotto i tabelloni perché se non controlliamo i rimbalzi la partita potrebbe prendere una brutta piega.
Primo derby da uomo simbolo della Virtus, sente la responsabilità? Non percepisco questa sensazione. Mi reputo fortunato perché riesco sempre a isolarmi e concentrarmi su quello che devo fare incampo, non mi faccio condizionare dal resto. L'anno scorso ho avuto la fortuna di partire in quintetto e anche quello mi aiuta ad approcciare al meglio la partita.
Sta accusando un po' di stanchezza, dato che non si è mai fermato da marzo? L'estate bellissima ed emozionante in Nazionale è stata anche dispendiosa, non posso negarlo. Però sto lavorando per migliorare la forma fisica e fare scelte lucide anche quando si è in affanno. Fa parte dell'essere professionista imparare a giocare anche da stanco".

(foto Virtus Pallacanestro)

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