Fortitudo - Treviglio, la sfida tra gara 2 e gara 3
Forse l'unica cosa che è mancata è stata il pienone (poco meno di 4000 il dato ufficiale), ma paradossalmente si potrebbe dire che gli assenti sapevano già che, al Paladozza, ci sarebbe stata una replica e non una prima visione. Infatti, la Fortitudo ha polverizzato una stanca e statica Treviglio ripetendo esattamente quello che era successo domenica. Ovvero schermaglie iniziali, il massimo vantaggio esterno (un minaccioso 0-4), poi una mazzata con scarto che tocca la doppia cifra già verso la fine del primo quarto e il ventello nel secondo. Rendendo, di fatto, tutto il resto della gara un garbage time dove Treviglio non ci ha nemmeno provato, a riaprire la faccenda, e dove l'attenzione era rivolta sui famosi panchinari, quelli cazziati domenica da Caja: è andata meglio, alla finte tutti contenti, nessuno sopra i 30' (il premio Stakanov va ad Ogden, tenuto a 27), e palla che ora va in Lombardia, per gara 3.
Poco da raccontare: l'intensità delle due squadre spiega la differenza, Treviglio non ha ancora capito come limitare il gioco interno di Bologna, Ogden e Freeman paiono senza avversari (specie quando Aradori è ispirato da fuori, allargando quindi il campo in maniera impossibile, a quanto pare, da chiudere per chi li affronta). E, soprattutto, non fa mai canestro. Tutto semplice, per ora. Per ora, appunto: ci sono milioni di serie playoff che hanno vissuto il cambio del fattore campo sul 2-0 e sono poi diventate incubi. A Caja, e ai suoi, il compito di non renderle tali.
Just like heaven - Tutto è andato talmente bene da non far nemmeno capire che di un playoff si trattasse, con la squadra centrata in ogni suoi effettivo e il classico concetto della unità di intenti che ha reso tutto davvero, davvero, facile. Ma non sarà sempre così, si presume.
Disintegration - Nulla, davvero nulla.