Le parole di Luca Baraldi ed Ettore Messina di ieri - decisamente diverse tra loro - hanno messo in luce la diversità di vedute all'interno della Legabasket sulla questione capienze.

Se infatti per l'AD Virtus senza il 50% (minimo) non si dovrebbe partire (Credo che avere gli impianti al 50% della loro capienza sia la soglia minima per poter iniziare il campionato e se resta al 35% dovremmo restare fermi e rimandare il tutto a tempi migliori. Non dobbiamo ripetere lo stesso errore che abbiamo commesso la scorsa estate: alle promesse non dobbiamo più credere, adesso ci vogliono i fatti. Io, poi, resto convinto che chi è titolare di Green pass debba poter entrare nei palazzetti senza alcun tipo di limitazione), per il presidente delle baskeball operations milanese il 35% per il momento va bene: Credo che le minacce non servano a niente, penso sia una buona idea dimostrare che con il 35% di capienza si possa giocare in totale sicurezza, per poi avere la possibilità che le nostre richieste vengano accolte. Parlare di una serrata non mi sembrerebbe fattibile. Molte squadre giocano le coppe e non vedo il senso di non giocare in campionato con il pubblico al 35% per poi farlo in coppa, con lo stesso 35%. Una certa pressione è doverosa, ma in questa situazione credo che il Governo abbia problemi più pressanti, penso a Kabul, più che la salute economica della società di basket e pallavolo.

Le parole di Messina sono in controtendenza rispetto all'opinione prevalente nel mondo del basket, dato che recentemente anche Umberto Gandini e Gianni Petrucci avevano indicato il 50% come soglia minima da ottenere prima della ripartenza del campionato. Altri presidenti di serie A, come Christian Pavani, hanno fatto notare molto semplicemente che Con un altro anno così non si sopravvive.

Chiaramente ogni società ha esigenze economiche di diverso tipo, e dipende in maniera differenze dagli incassi da botteghino. Guardando i dati degli incassi diffusi a gennaio 2020, poco prima della pandemia, si vede che Virtus e Fortitudo erano quelle che incassavano di più (rispettivamente 1.5 milioni e 900mila euro a stagione), mentre Milano si attestava sui 600mila euro (una goccia nel mare, nel budget della società), con una percentuale di riempimento del Forum del 62%.

Al di là di questi numeri, la necessità - in vista delle probabili trattative con governo e CTS che inizieranno nei primi giorni di settembre - è quella di trovare una posizione condivisa e parlare con una sola voce, così come ha fatto la pallavolo. Se il 50% deve essere l'obiettivo da perseguire, ed è un obiettivo realistico, sul quale c'è anche l'appoggio di politici influenti come Stefano Bonaccini, tutti devono remare in quella direzione. Divide et impera, dicevano i latini: se si vuole ottenere un risultato, bisogna invece essere più compatti che mai.

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