BELLETTI, DS DI CENTO: PRASSI POCO CHIARA E PREOCCUPAZIONE. IN QUESTO MOMENTO SECONDO ME NON SI PUO' GIOCARE
Con la prima di campionato rinviata per Covid, il DS centese Ivan Belletti ha parlato della questione a BasketIn. Le sue parole, riportate da Emanuele malaguti su 1000cuorirossoblu.
"C'è preoccupazione per quanto riguarda staff e giocatori: abbiamo avuto diversi positivi sino ad oggi, prima un giocatore, poi il secondo assistente e poi una persona a stretto contatto con il gruppo squadra. Non solo: al momento anche il preparatore atletico ed un consigliere hanno contratto il virus, insieme ad un altro caso all'interno dell'organigramma ancora in fase di accertamento. Non è un bel periodo, oltretutto ritengo assurdo accusare qualcuno o parlare di rinvii forzati in questo frangente, in un momento di grande preoccupazione per noi e le persone che ci stanno vicino.
Il Covid non può essere in nessun caso un alleato: è una patologia grave che sta determinando una situazione globale critica dalla quale non sappiamo quando usciremo. Inoltre vi sono numerosi modi per contrarlo, più o meno gravi, quindi credo che non possa esserlo in nessun frangente. In questo momento secondo me non si può giocare: non c'è stato un lavoro appropriato ed una dichiarazione da parte della Lega alla Federazione per interfacciarsi con le Asl locali. Tutti fanno riferimento a noi come un caso similare a quello accaduto in Serie A con Juventus e Napoli, quando lì si parla di professionismo mentre noi facciamo parte del "dilettantismo", settore fuori dalla giurisdizione dell'Asl. Si è creata grande confusione: in casa nostra c'è preoccupazione per questa situazione, mentre magari l'altra squadra fa appello al protocollo per disputare in ogni caso la partita, sfruttando il vantaggio di avere un roster al completo rispetto agli avversari. Ci tengo a specificare che la pallacanestro rimane l'ultimo aspetto da tenere in considerazione, soprattutto in un frangente come questo dove in sei mesi non si è stati capaci di trovare un giusto equilibrio. Il sabato ci è giunta la mail da parte dell'Asl, mentre la sera ci è giunta l'ufficialità del rinvio della partita di Chieti. Ora mi domando: in base a cosa ora è stata aperta un'indagine? Se sabato sera non ci fosse arrivata al comunicazione della sospensione della gara, la Fip avrebbe chiamato l'Asl ed avrebbero trovato un accordo. Al momento non c'è nulla di ufficiale, ma sembrerebbero in corso accertamenti sulla regolarità del rinvio, cosa ovvia a mio modo di vedere. Subito dopo aver riscontrato un caso di positività, abbiamo provveduto ad avvertire l'azienda sanitaria locale, quindi quando la Lega mi dice che ho sbagliato a chiamare loro e ad avvisarla, a me scappa da ridere, perché io devo comunicarglielo immediatamente altrimenti si va nel penale. Altra cosa: se la Fip ci avesse detto di partire nonostante la quarantena, appena entrati in Abruzzo che è zona rossa, saremmo stati fermati dai carabinieri e, dopo una verifica da parte loro ed il riscontro dell'obbligo di isolamento, saremmo comunque finiti nel penale
In questo momento ci sono altre situazioni molto intricate. Oggi ho chiamato la Lega riferendo che la squadra è in quarantena fino a sabato 29, facendo presente le difficoltà a disputare la sfida con l'Eurobasket Roma, anche in virtù della necessità di dover fare un nuovo giro di tamponi con attesa dei relativi esiti. Segnalataci dalla Lega la possibilità di rinviarla in accordo con l'altra società, dopo esserci messi in contatto con Roma, ci hanno riferito di procedere al rinvio tramite la Fip. Questo è solo un caso, ma sono certo che ce ne saranno altri, vista la prassi poco chiara da seguire. Se ci avessero detto come in A1 "non mi interessa se hai dei casi di positività, vai a Chieti e gioca la sfida di campionato", noi saremmo andati. Avevamo già le valigie pronte, l'albergo prenotato e solo un giocatore assente, ma la prima cosa che ho fatto oltre ad avvisare l'Asl è stato avvisare Chieti che qui c'erano vari casi di positività e, nel caso si fosse disputata la gara, si sarebbe corso il rischio di rimanere fermi ben più di una settimana"