Archiviata definitivamente la stagione con la festa di ieri, è giunto il momento per la Fortitudo di chiudere la porta al passato e darsi, finalmente, a quello che sarà il futuro. E, quindi, la costruzione della squadra che sarà, sapendo che rispetto agli anni passati ci saranno molte più responsabilità - economiche e agonistiche - ma anche, se vogliamo, un bel po' di tempo in più per studi vari: d'altra parte è dal pomeriggio del 31 marzo scorso che c'è la certezza della categoria in cui si giocherà, panorama molto diverso rispetto a quello degli anni precedenti, con playoff più o meno infiniti.

Durante queste settimane di libagioni e premiazioni, gli addetti ai lavori (stampa, per intenderci) non hanno fatto trapelare alcun tipo di nome o di ipotesi: cosa non abituale, visto che gli spifferi - e le ovvie necessità di fare informazione - sono classici e canonici. La ragione, probabilmente, è legata al rispetto di chi, comunque, ha giocato fino a pochi giorni fa per le restanti gare di campionato e per la finale: se qualcuno arriverà qualcuno se ne andrà, e allora perchè fare già liste di saluti (benchè prevedibili) a palla ancora rimbalzante, sebbene non in maniera così intensa?

E allora, che inizi da oggi la rumba del mercato, croce e delizia sia per chi legge che per chi scrive, con l'unico nome fatto, finora, quello di Leonardo Candi. Uscito - sia chiaro - più per un mi piacerebbe che... di Pavani che non per reali contatti. Per chi è stato abituato in questi anni di A2, la faccenda sarà molto complessa: non più il canonico due stranieri + italiani, ma tutto l'ambaradan dei tesseramenti, quote italiani, e via discorrendo.

Si dovrà partire, come chiaro, dalle conferme. Ben consci che buona parte degli eroi della promozione avranno un anno in più e una categoria, ovvio, superiore dove giocare. Tutti o quasi i veterani dalla A1 erano scesi, negli anni scorsi, per accasarsi in Fortitudo: il torinese Mancinelli, il casertano Cinciarini, il virtussino Rosselli, il più recente altrettanto torinese Delfino. Per non parlare di Leunen (che ha contratto) e Hasbrouck. Insomma: sarà da questi (considerando praticamente certe, per anagrafe e contratto, le posizioni di Pini e Fantinelli) che si dovrà decidere se ripartire.

Poi è ovvio che si dovrà valutare tutto sulla base del vil danaro, e di quelli che saranno gli obiettivi della prima stagione. Senza rincorrere la Virtus (errore che rischierebbe di fare molto, molto male) e ricordando che fare passi lunghi andava bene quando le casse erano quelle infinite di Seragnoli. Il tracollo degli anni successivi dimostra che, prima di tutto, si deve tenere sotto gli occhi quella che è la dimensione attuale della Fortitudo. Attuale, appunto. Con voglia di fare ma anche realismo. Dopo, vedremo.

( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )

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