IL DOPOPARTITA DI BERGAMO-FORTITUDO
E’ chiaro che, a vederla con gli occhi di chi non l’ha vista, o non la vuole capire, che fare supplementare contro l’ultima in classifica non è roba che una capolista dovrebbe mettere in campo. Poi però la teoria è una cosa, la pratica è un’altra, e la verità è che la vittoria contro Bergamo, per la Fortitudo, potrebbe essere davvero decisiva per il campionato, per la classifica, per il morale. Ok, loro ultimi eccetera, in una partita che all’inizio era sembrata la replica di Jesi, di Piacenza, di Matera, insomma si è capito. E che poi è stata un lungo prendersi a zuccate, ringraziando – certo – anche le tante scemenze altrui, con forzature che hanno graziato prestazioni ben poco ispirate di molto bolognesi. Ma, di riffa o di raffa, chiudendo quando era il momento di chiuderla. E non è forse questa la chiave delle grandi squadre, ovvero arrivare nel momento giusto?
La Fortitudo – spazio agli archivisti – ha un discreto record nelle partite chiuse allo sprint, e un motivo ci sarà: la lunghezza della panchina, la capacità di fare la voce grossa (specie al Paladozza) nei momenti difficili, e la fortuna di non dover dipendere da uno o due solisti. E allora ecco l’ennesima vittoria, notando come Mancinelli avrà il 20% da 3 in stagione, ma che diventa 90% nei palloni pesanti, e come Rosselli, ieri, sia stato totale, sia per sé che per gli altri. Insomma: si potevano avere tossine del post Coppa Italia, neuroni proiettati a Ravenna, e rischiare la caduta. Non è successo, e il risultato è arrivato. Ed è quello che conta, perché non è che vincere, diciamo così, sia scontato.
Ora Ravenna: ci si penserà nei prossimi giorni, ma intanto ci si goda il fatto che, senza un americano e mezzo, con Mancinelli ad un quarto di servizio, comunque ci sia il primo posto in classifica. Davvero, poteva essere peggio.
Just can’t get enough - Rosselli e Chillo, decisivi, dopo che Pini, nelle battute precedenti, aveva dimostrato di meritare fiducia. Poi Mancinelli, ma và.
It’s no good - Altri non sono andati al meglio, come se qualcuno (Fultz e Gandini) fosse proprio in riserva. Poi le solite sofferenze di McCamey, ormai con le zanzare in testa, ahilui.
(foto Fabio Pozzati - Fortitudo 103)