VIRTUS-PESARO, IL DOPOPARTITA
Fare il proprio dovere non è mai scontato ha detto Alessandro Ramagli a fine partita. La Virtus l’ha fatto, e ha reso la partita contro Pesaro un ottimo allenamento, in cui i bianconeri hanno anche provato cose non proprio usuali, come ad esempio i lunghi minuti di Lawson e Slaughter insieme. Dopo l’ottima partenza e aver dominato fin quasi al +30 c’è stato un calo, sia fisico (normale, vista la doppia assenza) sia mentale, con qualche palla persa (16) e tiro libero sbagliato di troppo (18/28). Nulla di grave, anche se il coach bianconero non ha gradito particolarmente, e a fine partita l’ha fatto notare. Giusto tenere sempre alta l’asticella dell’attenzione, ma giusto anche far notare lo splendido momento della Virtus. Certamente si incontravano squadre che in classifica sono dietro, ma è pur sempre la settima vittoria nelle ultime otto partite. Anche sfruttare il calendario favorevole non è scontato. I bianconeri l’hanno fatto, risalendo fino al quinto posto in classifica e soprattutto migliorando partita dopo partita, come qualità di gioco e consapevolezza del gruppo.
Il tutto, va ricordato, giocando con la squadra incompleta da inizio campionato, visto che all’appello manca sempre un giocatore straniero.
Ora l’asticella si alza, e nemmeno di poco. In rapida successione arriveranno Sassari e la Coppa Italia, e poi dopo la sosta Venezia, Milano e Brescia. Una corsa in montagna in varie tappe, in cui - recuperando lo squalificato e gli infortunati - si vedrà di che pasta è fatta questa Virtus più autoconsapevole, e cosa le manca (oltre al giocatore di cui sopra) per competere con l’eccellenza di questo campionato. Nel girone di andata è mancato sempre qualcosa, ora si vedrà. I prossimi 50 giorni saranno decisivi per capire dove questa squadra potrà arrivare.
Il tutto, va ricordato, giocando con la squadra incompleta da inizio campionato, visto che all’appello manca sempre un giocatore straniero.
Ora l’asticella si alza, e nemmeno di poco. In rapida successione arriveranno Sassari e la Coppa Italia, e poi dopo la sosta Venezia, Milano e Brescia. Una corsa in montagna in varie tappe, in cui - recuperando lo squalificato e gli infortunati - si vedrà di che pasta è fatta questa Virtus più autoconsapevole, e cosa le manca (oltre al giocatore di cui sopra) per competere con l’eccellenza di questo campionato. Nel girone di andata è mancato sempre qualcosa, ora si vedrà. I prossimi 50 giorni saranno decisivi per capire dove questa squadra potrà arrivare.