IL DOPOPARTITA DI FORTITUDO-FORLI'
Rimini e Chiusi sono 0-3, lo è anche Nardò che si affronterà domenica: per dare un valore a questo inizio di stagione Fortitudo serviva uno scalpo diverso, e per come (e con chi) è arrivata la vittoria di ieri il problema oggi sarà quello di evitare voli di emozioni e aspettative che potrebbero diventare davvero mefitici. Perchè sì, la Fortitudo di ieri non può non far esaltare la propria piazza - soprattutto dopo anni in cui è successo di tutto tranne che pensare a fare squadre o a farle rendere bene - ma pensare di essere già arrivati sarebbe errore grave, punto.
Poi chiaro, c'è il campo, che dice di una squadra che gode quasi più nel recuperar bocce dietro che non nel far canestro davanti, con la prima linea degli esterni che raddoppia come se non ci fosse un domani e con i due lunghi a tamponare eventuali fuoriuscite dall'impermeabile dei piccoli. Tutto poi diventa più facile, e basti vedere come è andato il terzo quarto: recuperi, contropiedi, cesti. Facile a dirsi, evidentemente anche facile a farsi, oggi come oggi. Tante altre piccole cose andranno rimodellate, e ci sarà bisogno della crescita del collettivo per evitare di tirare troppo il collo ai soliti (ieri solo Freeman sotto i 30' nel quintetto base, peraltro arenandosi a 29). Ma per adesso si vada di nunc est bibendum. Con giudizio, però.
Just like heaven - Ok, il problema era mettergli qualche americano accanto. La cosa buona di Aradori non sono solo i cesti, ma anche gli errori: lui in questa squadra deve essere un pericolo costante per le difese, e che si prenda anche qualche tiro di più, se è in fiducia. Poi tutto il resto, con Bolpin prima linea degli sbianchettatori.
Disintegration - Non scontato il gesto della Fossa di portare lo striscione "Trasferte libere" laddove sarebbero dovuti stare i forlivesi: speriamo nella pace mondiale, e non riusciamo a garantire la convivenza tra tifoserie in un Palasport?
(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)