Il bello dei playoff, certo. Però quanto ti arriva in faccia, questo bello, è normale tirare due nomi e pensare a quanto si sia sciupato. La Fortitudo non riesce a fare il 2-0, e la cosa poteva anche essere prevista sulla carta, ma non in questo modo: giocando divinamente per 15’, arrivando al +20, e iniziando un lento declino contro una Agropoli sempre con due giocatori in meno, ma con una struttura di squadra in stile anni 80. Ovvero, due americani a cui dar sempre palla e l’attesa che un qualche italiano faccia da gregario. Così avviene, e nemmeno il +11 a 5’ dalla fine dei regolamentari serve per permettere di dare una mazzata alla serie. Complimenti ad Agropoli, comunque.

Si parte con una sinfonia di quelle che farebbero pensare, a Schroeder, che al mondo non c’è solo Beethoven: cambi nei quintetti, dentro Raucci e Italiano, e pazzesca pressione difensiva che porta a recuperi a metà campo come prima cosa. E, come conseguenza, una confidenza in attacco per cui la palla sembra telecomandata: sia che si vada in area da Daniel, sia che si provi da lontano, ma in campo c’è solo Bologna, con Agropoli che non riesce a correre, non riesce a camminare, non riesce a fare nulla. Per cui, al 10’, 27-12.

Roderick, liberato dalle avances di Raucci, ispira un 8-0 di parziale campano che potrebbe dare nuova linfa a chi deve risalire la china, ma davanti Bologna continua ad essere un flipper dove la pallina va sempre dove deve andare: arriva un 12-0 dove a farla da padrone è Italiano, e tra una cosa e l’altra si scollina gioiosamente il ventello (42-22 al 16’) senza sbagliare praticamente nulla. Agropoli, a questo punto, deve fare l’unica cosa che è in grado di fare, ovvero bussare alle uniche porte dove si sa che dietro c’è qualcuno. E allora, quasi più di orgoglio che altro, Trasolini ne fa 10 in un amen, Roderick ciuffeggia al 20’ suonato, e il 51-38 del 20’ pare anche un discreto spreco, per quanto visto.

Agropoli never dies, cantava Sheryl Crow quando ancora non sapeva che uno dei suoi fidanzati non aveva in frigorifero solo thè alla pesca. E allora ecco che Agropoli si aggrappa a Roderick, che quando ha palla in mano gioca da solo ma le cose che deve fare le fa: il divarione diventa divarietto (54-47), ma Bologna quando non riesce a difendere attacca: via di Flowers, stavolta, oltre alle solite selezionate unghiate di Carraretto. Però, il gatto resta inchiodato ai gioielli di famiglia, ed è 72-63 al 30’.

Bologna vorrebbe forse cercare di contenere e di far melina, ma di là Roderick segna ad ogni possesso, riportando i suoi a -6 (77-71). Si deve tornare a fare gol, ci pensa Montano, si rimette un barlume di tranquillità apparente (84-71), ma di punto in bianco ad Agropoli scoprono qualcuno che possa dare una mano agli americani: due triple di Di Prampero, ed è solo +5 a 200” dalla fine. La Fortitudo non segna più dal campo, si affida a 3 liberi di Daniel mentre dall’altra parte ancora Roderick e Di Prampero fanno -1. Agropoli poi va in lunetta con Roderick a 25” dalla fine, ce n’è solo uno, pareggio, Montano cicca dai 5 metri, Trasolini idem dai 2 metri, supplementare a quota 89.

Diventa tesa, con scaramucce sugli spalti a rallentare la ripresa del gioco, e dopo una tripla di Carraretto a spezzar liberi che vanno e vengono di Roderick per un po’ si soffre di braccino collettivo. Riappare Trasolini, replica Montano, +2 Roderick dalla lunetta, Bologna esce da un timeout sbagliando la rimessa in attacco, Agropoli sciupa con fallo in attacco. E allora, 30” dalla fine: Italiano scodella in area un cross, Santolamazza fa +4 con i liberi a 7”, Montano non replica, 1-1 e ci si rivede venerdì.

MULTA DI 333 EURO PER IMOLA DOPO GARA 1 CON SIENA (A SUA VOLTA MULTATA DI 600 EURO)
PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE