I 40 ANNI DI CARLOS DELFINO
Dopo aver compiuto 40 anni lo scorso 29 agosto, Carlos Delfino si racconta ad Andrea Tosi su “La Gazzetta dello Sport” partendo dall’infortunio al piede che lo ha allontano dal parquet ad inizio stagione: “Durante una partita ho preso un calcio sul mio piede debole, il destro che ho dovuto operare 7 volte per la rottura di un osso che mi è costata due anni e mezzo senza giocare. Sulle prime non sembrava nulla di serio, l'ho un po' sottovalutato, ma quando ho iniziato la preparazione estiva è riaffiorato il dolore. Con una terapia conservativa sono riuscito a recuperare perdendo le prime 8 giornate di campionato. Sono tornato a Trento, carico e deciso a rifarmi. E adesso sono pronto a offrire il mio contributo di esperienza a Pesaro. So quello che posso ancora dare alla squadra e quello che devo lasciare agli altri”.
L’argentino ha deciso di raccontare la sua vita in un’autobiografia: "Sto scrivendo un libro sulla mia vita insieme con uno scrittore e psicologo argentino. I capitoli degli infortuni, la mia sofferenza e resilienza sono quelli più forti. Perché spiegano il mio amore e la mia passione per il basket. Avrei potuto mollare tante volte e invece sono ancora qui. Non ho ancora deciso il titolo. Ma ho già detto tanto”.
Delfino continua a non sentirsi il più anziano sul parquet: “Se lo sentissi non giocherei più. Vedo tante partite e non credo di essere il più lento o il più facile da marcare tra tutti i giocatori della Serie A. Io 40 anni non me li sento. Perché vado avanti? Perché c'è coach Repesa che continua a dirmi che mi sono riposato quando ero infortunato e non la mia età sportiva non corrisponde a quella anagrafica. Repesa continua a stimolarmi, ormai è il mio agente”.
Il rapporto con Pesaro va a gonfie vele: “Sono nella squadra e nella città giuste per me. Quest'anno siamo partiti bene, c'è un bel clima nello spogliatoio. L'obiettivo è avere continuità. Quanto a me, qui vivo una situazione aperta a qualunque ipotesi di futuro. A giugno ne parlerò col presidente Costa e col Consorzio. Per andare avanti devo sentirmi bene fisicamente perciò utile alla squadra. Quando non sarà più così, smetterò”.
(Foto Giulia Pesino)