5470 persone, quasi tutte vestite di bianco o di blu a seconda delle richieste cromatiche, a gioire: il sabato fortitudino si può racchiudere in questo, mentre il punteggio della serie dice 2-1 e che ora, alla finale, manca solo una vittoria. Facile a dirsi e meno a farsi, perché Treviso ha già dimostrato che, insomma, questa è materia che sa gestire bene, anche se sembra difficile, oggi, pensare che il Paladozza possa essere violato con facilità. Pillastrini ha garantito che i suoi non se la faranno sotto, ricordando come a Bologna si giochi sempre con grande correttezza (magari, diplomaticamente, non ha fatto presente come gli arbitri non lo abbiano aiutato), e quindi ci sarà da divertirsi, insomma.

Da un lato, diventa difficile capire come possa questa Fortitudo alzare bandiera bianca, se non per collassi e lobotomie collettive: senza Candi e Flowers, ovvero almeno una cinquantina di minuti complessivi sul campo, la truppa ha trovato come sempre linfa da ogni suo singolo, compreso quel Lamma che ci ha messo un attimo a riprendere le chiavi della macchina (se l’ascolto di Califano porta a questi risultati, allora sarebbe il caso di insegnarlo nelle scuole). Chiaro che a Boniciolli certi passaggi a vuoto non piacciono, vedi questo timeout che passerà alla storia come quello dell’anno scorso in cui minacciava un uso rettale dell’asta del microfono di Sky. E la differenza è sotto gli occhi di tutti: scesa a -20, la Fortitudo di Treviso ha scavato fino al -40. Scesa a -20, la Treviso di Bologna non è deragliata ulteriormente e ha cercato di tenerla viva. Anche se i propri due americani hanno giocato in coppia meno del singolo Daniel (29 a 22 per il bolognese), castrati da fischietti che prima hanno danneggiato i veneti, poi hanno cercato le solite compensazioni. Insomma: pensare ad un banchetto non è la cosa migliore, mentre dall’altra parte del tabellone playoff Brescia fa sua gara 3 con Scafati al supplementare, tiene in vita la serie e per forza di alternanza sposterà le telecamere di Sky in Lombardia. Per questo, domani (ore 20.30) si andrà di LNP Pass e Nettuno.

Dove può migliorare, a questo punto, la Fortitudo? Ancora un po’ a rimbalzo (33-30 per Treviso ieri), anche se i disastri del Palaverde sono stati limitati. E, se vogliamo, nella concentrazione, anche se è facile, chissà, farsi prendere dall’esaltazione in un ambiente come quello di Azzarita. La cosa bella è che questi, a differenza di tanti giocatori nel passato, anche più esperti, in questo clima ci sguazzano. Magari un po’ troppo – certi machismi di qualche giocatore andrebbero limitati – ma non c’è sicuramente la paura di sbagliare un libero. E allora, domani ci divertiremo eccome, tenendo conto che, appunto, Abbott e Powell non saranno così limitati.


Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore - Un collettivo tale da rendere difficile, per i cronisti, trovare un MVP singolo. Un clima come nelle migliori Euroleghe, la rinascita di Sorrentino che potrebbe rinviare lo sbarco a Hollywood, l’elisir di lunga giovinezza trangugiato da Lamma, eccetera eccetera. Da stropicciarsi gli occhi. Poi, la fotta di Boniciolli: potrà anche dare fastidio a qualcuno (pochi, in realtà), ma per adesso sta facendo davero miracoli. Se (e sottolineo se), questa rischia di essere l'exploit di una intera carriera.

Ne abbiamo avute di occasioni perdendole - La sinusoide degli arbitri. Poi, se vogliamo, i fischi a Pillastrini: ok che è su una panchina odiatissima (e non è la prima volta, vedi Pesaro, vedi Virtus), ma chi lo sbertuccia, il sabato di Pasqua di 25 anni fa, a Cremona, forse non c’era, o doveva ancora nascere. E che Big Pilla faccia parte della storia Fortitudo è fuori discussione.

VIRTUS E CASERTA, I PROSSIMI SARANNO GIORNI DECISIVI
PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE