CONSULTINVEST BOLOGNA - BONDI FERRARA 83-66
La domenica paladozziana migliore da un po’ a questa parte, per la Fortitudo, e vai te a capire (i dietrologi ne avranno, eccome) se il tutto è figlio dell’assenza del coach, della disamericanizzazione della truppa (Legion ormai pronto all’addio, McCamey scavigliato dopo poche azioni), o del fatto che, rotazioni limitate di fatto a 8, tutti si siano sentiti un po’ più leggeri. Fatto sta che dopo l’inizio complesso è bastato un secondo quarto di grandi cifre (Fultz e Amici) per ribaltarla e portarla a casa senza nessuna sofferenza. Da domani, si capirà dove e come agire.
Coro e striscione “Tieni botta coach” in onore del degente allenatore, ma intanto Comuzzo deve aspettare 5 minuti e mezzo e 9 ferri per vedere un canestro della sua squadra all’esordio da head coach Fortitudo. Nel mezzo, disastri in serie, rotazioni inevitabili alla ricerca di un segnale di vita, e Ferrara che nemmeno mette più di tanto il dito nella piaga, mentre dopo 3 improbabili minuti McCamey, distorto, viene panchinato. Così, a punteggio basso e a livello non esattamente di quelli da tramandare ai posteri, bastano due azioni filate di Amici per impattare a quota 10, prima che due triple ferraresi facciano chiudere il quarto con vantaggio esterno 18-14.
Striscioni per il Lungo e per Maurizio Albertini, parole commosse del figlio dell’antico speaker (ancora di più perché dette dal seggiolino che per tanti anni fu suo), e tentativo di risveglio che funziona, specie perché Fultz prende molto sul serio il ruolo di capitano e trascina i suoi alla riscossa, con Pini e Amici – dopo tecnico evitabile – che gli vanno dietro. Parzialone, canestro che si ingigantisce fino a diventar vasca quando Chillo, da casa sua, mette allo scadere il gol del 49-33 del 20’, con 35 messi in 10’.
Con McCamey giubilato e nemmeno rientrato in panchina, c’è solo da capire quanta voglia ne abbia Ferrara e come gestire gli obbligatori passaggi dalle bombole di ossigeno per Fultz. Latitante la prima, allora tutto diventa più facile, tenendo sempre una quindicina di punti di vantaggio e non dando mai l’impressione di perdere la maniglia, anche perché Ferrara due buone di fila non ne azzecca praticamente mai. Quindi, 65-49 al 30’, e rush finale privo di qualsiasi sobbalzo con ingresso in campo di Boniciolli, ma quello che gioca.
(Foto Fabio Pozzati)