Non che ci fossero molti dubbi, ma da ieri è ufficiale. Anche per questa stagione il basket italiano partirà senza ultras. 20 tifoserie del basket, tra cui quelle di Fortitudo e Virtus, hanno sottoscritto un comunicato la cui sintesi è "o tutti o nessuno", motto che in questi giorni stanno usando anche le tifoserie di calcio. I gruppi organizzati non torneranno nei palasport (o negli stadi) finchè non saranno eliminate tutte le restrizioni, sia gli ingressi contingentati ma anche la possibilità di appendere gli striscioni, cosa vietata dai protocolli di sicurezza.

Nel frattempo, ieri si è appreso che il 35% attualmente concesso dal governo italiano è il dato più basso d'Europa per quanto riguarda le capienze, a fronte di un ottimo tasso di vaccinazione. A oggi l'Italia ha il 63.5% dei soggetti vaccinabili che hanno completato il ciclo, contro una media nella UE del 57.2%.

Tutti questi dati saranno portati nei prossimi giorni da FIP e Legabasket all'attenzione del governo, e in particolare del sottosegretario Vezzali. Il 50% è considerato l'obiettivo minimo da raggiungere prima dell'inizio del campionato, fissato per il 26 settembre.
Ma oltre la percentuale di riempimento, c'è un altro aspetto da considerare, e di cui nessuno sembra parlare. Il 35% - che magari diventerà 50% - vale solo in zona bianca. Già in zona gialla, come la Sicilia adesso, il numero di posti è limitato a 1000 dal decreto, e quindi le società che stanno vendendo abbonamenti - come la Fortitudo - dovrebbero scegliere chi sta dentro e chi sta fuori. In zona arancione o rossa invece le porte sono totalmente chiuse, e il Green Pass non serve assolutamente a nulla, dato che - con le regole in vigore oggi - tutti i cittadini sarebbero soggetti alle stesse restrizioni viste in primavera: ristoranti chiusi, obbligo di restare all'interno del proprio comune, eccetera.
Oltretutto, i parametri per il cambio di colore sono piuttosto stretti: in arancione ad esempio si va con l'incidenza oltre i 150 casi ogni 100mila abitanti e percentuale di riempimento ospedaliero oltre il 30% in reparti Covid e 20% in terapia intensiva. A titolo di esempio, l'Emilia-Romagna dichiara 7920 posti letto in area non critica e 889 in terapia intensiva. Al momento le percentuali di riempimento nella nostra regione sono poco oltre il 5% per entrambi i tipi di reparto, rispettivamente con 490 e 49 ricoveri. Questo al 31 agosto, in piena estate. Andando verso l'inverno - anche con il raggiungimento dell'obiettivo 80% di popolazione vaccinata entro fine settembre - non è impossibile che questi numeri si possano alzare, pur rimanendo all'interno di una situazione sanitaria assolutamente gestibile.
Per poter programmare una stagione, le società sportive hanno bisogno di certezze: e una di queste potrebbe essere la possibilità di tenere le porte aperte - con la capienza decisa dal governo - qualsiasi sia il colore della regione. Anche questo dovrebbe essere oggetto di discussione nelle prossime settimane, in modo da arrivare all'inizio del campionato con un quadro chiaro, e qualche certezza in più per le società. Altrimenti il rischio di navigare a vista come l'anno scorso, con possibili crack economici in corso d'opera, è assolutamente da mettere in conto.

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