Flats Service Fortitudo - HDL Nardò, il dopopartita
Tutto sta nel capire da che parte dell'immortale motto del Megadirettore Conte Catellani si vuole stare, dato che nel finale c'è stata sia la classe che anche - si può dire? Si può dire, va' - il culo, nel tiro finale di Ogden. E anche quella parola che fa rima con giazzo, all'interno del mondo di Nardò, visto come è finita a male parole tra i tifosi ospiti e coach Di Carlo, rimasto basito davanti alla pietra diventata pepita dell'americano bolognese e non pronto a chiamare timeout per provare a rendere l'ultima azione meno caotica. Tutto nell'ultima azione, appunto: Freeman che sbaglia due liberi, la manata di Aradori che tiene il possesso, Ogden che tira da fuori venendo piantato a terra regolarmente da Iannuzzi, la palla che gli resta tra le mani e che viene buttata verso il canesto a due mani visto lo scadere dei 14". E che diventa una tabellata a canestro. Vince così la stanca Flats Service Fortitudo di questi tempi, in una partita che forse nè lei nè Nardò avrebbero meritato di portare a casa, ma alla fine qualcuno lo ha dovuto fare. Con Caja a puntualizzare che siamo questi, se pensate qualcosa di diverso è un problema vostro facendo capire che forse il livello della squadra è più quello di una medioalta classifica sofferta, che non il - comunque mantenuto - vertice. Adesso si continui comunque a valorizzare le 8 vittorie consecutive di inizio stagione, poi il tempo per l'eventuale ridimensionamento ci sarà.
Quello che manca a questa squadra, oggi, è la lucidità e tanti piccoli particolari: i tiri liberi (14 errori ieri, e non solo del poco avvezzo Freeman), le solite sofferenze qualitative della panca (un solo cesto su azione, by Morgillo), e il fatto che se i cinque del quintetto non sono tutti appassionatamente splendenti tutto diventa faticoso e in salita. Poi, certo, a leggere sembra si parli di una squadra che ha vinto una sofferta gara per conquistare i playoff, e invece si tratta sempre di primo posto in classifica. E allora si vada davvero avanti alla giornata,sapendo che anche queste stranissime domeniche sono utili se portano il risultato, e il resto si vedrà. D'altronde, è come aver fatto il pari con Forlì, dove forse si era giocato meglio di ieri, ma dove l'ultima preghiera era stata a favore degli avversari.
Just like heaven
Tutto gira attorno a quello che riesce a fare Fantinelli, che ti accorgi sfiorare la tripla doppia (10+8+9) anche in una gara senza apparenti esaltazioni. La manata finale di Aradori, importante quasi come un cesto. Poi, come detto, lo stellone sulla tabellata finale di Ogden. A volte va e mille volte no, stavolta è andata. Ah, segnali di vita da Giordano: dietro è tutto da rivedere, davanti ha brio.
Disintegration
Detto dei liberi e di Freeman, è chiaro che un po' tutta la baracca prima stava su con il cemento armato e ora qualche spiffero lo si nota. Meno brillantezza e tanti piccoli particolari, ecco. Però, come detto, è andata bene, e ora via verso Trieste, altra casalinga.