Il presidente della Virtus Alberto Bucci è stato intervistato dal Resto del Carlino.

Ecco le sue parole:

Alla V nera voglio dare il 50% di possibilità di salvezza, perchè la squadra che ha vinto con Torino può giocarsela con chiunque, anche con chi lotterà per il titolo. A Reggio sono molto legato: Chiarino Cimurri per me era come un fratello e sono amico dell’amministratore delegato Alessandro Della Salda. Sarebbe bello se noi vincessimo salvandoci e poi loro si cucissero sulla maglia lo scudetto. Questo baratto lo farebbero subito, noi saremmo i primi a essere contenti se si concretizzasse.

La squadra tornerà in ritiro? No. Certe cose non si ripetono mai in modo ravvicinato, altrimenti perdono il loro effetto. La Virtus andrà via il giorno prima e tutti passeranno la notte in albergo.

Il ritiro è stata una sua scelta. Perchè è arrivato a questa decisione? La squadra non riusciva a esprimere in partita quello che produceva in allenamento. La causa per cui questo succede spesso è la pressione, per cui era necessario mettere i giocatori al riparo. Dovevano guardarsi in faccia e capire che solo se si remava nella stessa direzione si arrivava a riva. Una volta portato in salvo il carico ognuno andrà per la propria strada. Al contrario per quanto uno possa fare buoni numeri, questi vengono cancellati se la stagione della sua squadra è molto negativa.

Si aspettava una prestazione come quella di Torino? La squadra ha subito aggredito e questo era quello che l’allenatore voleva. I nostri avversari sono rimasti spiazzati e non hanno saputo reagire. Mi aspettavo che i giocatori avessero questo tipo di risposta, il resto non mi compete.

State già pensando al futuro? Una società non può essere governata dal futuro, ma deve prevederlo. Stiamo valutando diverse ipotesi, sia che si rimanga in A sia che si retroceda. L’importante è capire cosa quest’anno ti ha insegnato.

Cosa c’è da impararare da una stagione come questa? Ho l’impressione che si sia avuto paura ad ammettere che ci si era sbagliati. Al contrario, l’errore è l’unico compagno che viaggerà con te tutta la vita. Ogni tanto sono chiamato come relatore in convegni e seminari e io dico sempre che non invidio chi non sbaglia mai, perchè o è morto e magari non lo sa ancora, oppure non conta nulla. Gli errori fanno parte della vita, l’importante è sapersi correggere e questo è possibile solo se chi li commette è in buona fede. Vorrei dire un’ultima cosa.

Prego. Io all’Unipol Arena ho giocato tante partite importanti, ma un pubblico come quello di domenica non l’ho mai avuto da allenatore. L’ho avuto da presidente: lunedì ho compiuto 68 anni, un regalo più bello non lo potevo ricevere. Grazie a tutti.

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