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(Foto Mauro Donati)
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Unieuro Forli’ - Flats Service Fortitudo Bologna 67-58

18’ di grande concentrazione e un +11 che stava facendo ben sperare pur figlio principalmente di magate fantinelliane e buona difesa collettiva. Poi un atroce sgonfiarsi, iniziato già prima della sirena del 20’ e conclusosi a metà terzo quarto che ribalta la faccenda rendendo complicatissimo il cercare di restare a galla. E, in una partita con pochi punti segnati e troppe occasioni sprecate, la Fortitudo trova una sconfitta che complica le cose ancora più di quanto non lo fossero prima e si chiede, al netto delle tante assenze, cosa fare di un Gabriel che stavolta al quinto fallo ci arriva al minuto 39’50”, ma dopo il solito nulla precedente.

 

Cronaca

Si parte con difese che strozzano gli attacchi, i raddoppi Fortitudo che tolgono aria a Forlì senza pagare tanto sugli scarichi ma anche attacco dove tutto gira attorno ad un Freeman che fa e disfa. Mani collettivamente tetrapak, 25% al tiro tra entrambe dopo i primi 10’ che si chiudono con un salomonico 11 pari.

Gabriel e Perkovic giocano la loro personale partita di ciapanò, e per una volta che si procacciano liberi si fa più sdeng che ciuf. Però basta metterne qualcuno di fila – ringraziando messer rimbalzo e messer Fantinelli, che raggiunge la doppia cifra nelle carambole dopo nemmeno metà tempo – e si fa break, 26-17 al 17’. Il Capitano è in erezione agonistica e fa il +11, e se avesse qualcuno accanto si potrebbe anche andare oltre: attorno non c’è nessuno, Forlì si sblocca e il 30-27 del 20’ è davvero ingeneroso per quanto visto per almeno 18’.

 

La rottura rimane, con break che deve essere aggiornato ad ogni azione e Bologna che, dopo averne presi 19 in 18’, ne prende 21 in 6’. 2-21, Forlì a +8 prima di una interruzione che però non è un vero riprendere in mano la faccenda. Fantinelli non è quello del primo tempo, gli altri vanno così e cosà, Harper spara spesso e volentieri, si annega a -9 prima che – finalmente – Mian e Gabriel si attivino, ed è 51-47 interno al 20’.

Il -10 arriva perché davanti non si trova uno che si carichi la squadra sulle spalle, mentre dietro è normale che qualcosa debba essere concesso, specie quando si sveglia Cinciarini per il massimo vantaggio romagnolo a quota 13. Staticità collettiva, Freeman unico a sgomitare pur con i tanti errori dalla lunetta e riavvicinamento sul -6 a 110” dal termine. Ma oltre non si va, e non si salva nemmeno la differenza canestri, per quel che potrà servire.

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