LA STORIA DI KENNY HASBROUCK IN BIANCONERO
In attesa di capire se davvero si concretizzerà il ritorno di Kenny Hasbrouck in Virtus, è utile ricordare quanto successe nella sua prima (e finora unica) stagione bianconera: si parla della disastrosa annata 2012-13, la prima della Fondazione come proprietaria e l’ultima di Claudio Sabatini, che ricopriva il ruolo di Amministratore Delegato plenipotenziario. In panchina c’era Alex Finelli, poi esonerato e sostituito da Luca Bechi. Per Hasbrouck ci furono 23 partite con 12.3 punti di media, tirando col 40% da due e il 35% da tre. Ma di lui ci si ricorda praticamente solo per motivi extracestistici.
Fu lui infatti, preceduto da un’intervista dell’ex Koponen, a instillare il dubbio che in società ci fossero problemi economici, dicendo in TV la famosa frase “siamo pagati? non ne posso parlare” a fine gennaio 2013.
Poco dopo, a febbraio, deflagrò il caso Minard, con l’ex Roma che in pochissime ore riuscì a svincolarsi e a firmare per il Besiktas nonostante i ripetuti dinieghi della società e dell’allora AD Claudio Sabatini.
Hasbrouck tornò poi al centro dell’attenzione a fine marzo, chiedendo lo svincolo per mancati pagamenti tramite il suo agente Giovanni Funiciello. Claudio Sabatini negò sia che vi fossero mancati pagamenti sia lo svincolo al giocatore, che però pochi giorni dopo partì di sua iniziativa per la Turchia andando ad allenarsi con l’Alliaga Petkim in attesa di poter essere tesserato e giocare. Ciò non avverrà mai perchè la FIBA darà torto al giocatore e ragione alla Virtus, che annuncerà la notizia con il comunicato - diventato poi famoso - “Lassie torna a casa” e dicendo che per il giocatore era pronta la cuccia.
Claudio Sabatini - poi - nello stesso giorno in cui darà le dimissioni da AD delle Vu Nere dichiara che la vittoria nella causa FIBA contro il giocatore è “meglio di uno scudetto”.
La vicenda Hasbrouck finirà poi male, con un licenziamento per giusta causa.