Finisce 80-87 per la Popolare Ragusa, e il Bignami potra' anche avere qualche alibi, ma perde una partita che la ricaccia nelle sabbie mobili della bassa classifica. Oltretutto, lo 0-2 negli scontri diretti con Ragusa segue quello subito contro Novara e mette ulteriori ombre su un futuro che non e' ancora nero, per carita'. Ma di certo non potra' essere quello della tranquillita' e della parte sinistra della classifica come sembrava prima della sosta. Diman tristezza e noia recheran l'ore, e per fortuna che il Natale viene a rompere una inerzia non esattamente florida. Cosa e' successo oggi? Tutto si racchiude in una azione dopo due minuti: Williams penetra, commette infrazioni di passi ma soprattutto si gira la caviglia sinistra. Praticamente inutilizzabile, il Bignami perde il pezzo centrale del suo mosaico e vede tutti gli altri tasselli crollare inesorabilmente. La difesa - che gia' con Williams pativa la carenza di centimetri - collassa davanti a mismatch esageratamente sfavorevoli e totale mancanza di aiuti. L'attacco ne risente ancora di piu', perche' senza il colored mestamente in panchina viene a perdere quel quid di anomalia e imprevedibilita' che Damon offriva. Si regge finche' Ghiacci penetra e trova punti, ma quando si avvicina alla lunetta spreca punticini importanti. Ragusa ingrassa grazie a Scrocco, che fagocita la non difesa di Masieri; e se non va dentro da fuori ci sono penetrazioni di Mack senza chiusure difensive, o i punti di Tyler e Pierre-Louis che non hanno reali avversari. Troppo brevilineo Faggiano, troppo soft Rush. 23-26 a fine quarto, 4-13 il computo dei rimbalzi.
Secondo quarto dove si continua a difendere male, ma dove e' l'attacco a tradire clamorosamente. Abram fa da solo, e attorno a lui anche gli altri cercano troppe conclusioni forzate. La palla gira meno, tutti ci provano da soli, Parente sbaglia la tripla del +14 e solo grazie ad una tripla di Faggiano allo scadere il Bignami raggiunge i 12 punti segnati nei secondi drammatici dieci minuti. 35-45, com Mack e Tyler che la mettono quando vogliono. E solo 4 uomini Bignami a referto, dato significativo per una squadra che fa della distribuzione dei panieri la sua miglior qualita'
Il terzo quarto si apre con il solito insopportabile inquinamento acustico delle trombette, tappeto sonoro che danneggia le orecchie di tutti e non supporta di certo i giocatori di casa. E con la riesumazione di uno stoico Pilutti, finora non utilizzato a causa dei soliti acciacchi all'alluce fratturato. Sembra che funzioni: l'uomo personalmente sponsorizzato da Cesare Ragazzi si attacca a Tyler e mette una pezza alla difesa. L'attacco ne risente positivamente, grazie a contropiedi e un Faggiano che fa dei terzi quarti il suo fiore all'occhiello, pare. Dal 38-49 al 48-51, e nemmeno una tripla di Scrocco ferma il buon momento casalingo. 4 di fila di Montalbano Faggiano, poi nelle ultime battute sia Abram che Ghiacci si mangiano il sorpasso. Sirena sul 61-62.
Sipario aperto sull'ultimo quarto. Zona dietro, davanti altri ferri che sputano via il sorpasso: Rush prima e Pilutti in contropiede. Ma e' questione di poco: Levin mette una colomba diventando il quinto uomo Bignami a referto: freccia a sinistra. Bissa con la tripla poco dopo, 68-66. Tutti i salmi in Gloria? Nein. Due triplacce di Scrocco, forse non bello ma di certo libero dall'angolo. Si deve fasciare Williams e rientrare. Infila una tripla da libero, ma gli appoggi sono precari. Sbaglia la bomba del pareggio, sbaglia un appoggio facile (se fosse stato integro, forse) da sotto, mette il -2 a due giri di lancette dalla fine. Ma finisce qua: Mack mette un libero, Tyler piu' con le cattive che con le buone strappa il rimbalzo offensivo e porta Ragusa a +5. Williams altro ferro da fuori, Mack la mette davanti ad un Abram a cui evidentemente non e' stato spiegato il ruolo delle braccia nella difesa, amen.
Ticchi piange la moria a rimbalzo e ringrazia la sosta. Per il Bignami un brutto ritorno nelle sabbie mobili, quando in cielo c'era la liana che poteva portare sulla terraferma.


2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI