IL DOPOPARTITA DI VIRTUS-ZALGIRIS
Sconfitta cocente, l’ha definita Luca Banchi, e in effetti perdere dopo aver toccato il +15 sia nel primo che nel secondo tempo, e con un pesante blackout nell’ultimo quarto brucia. E brucia ancora di più perché l’esordio in Eurolega era una di quelle partite sulla carta abbordabili, da non sbagliare. E invece alla fine i due punti li hanno portati a casa gli avversari, che sono stati bravi a non mollare mai e soprattutto hanno avuto in Keenan Evans quel go-to guy che alla Virtus è mancato terribilmente.
Contro una squadra rodata e con un vissuto superiore i bianconeri hanno disputato a lungo un’eccellente partita - pur con qualche alto e basso di troppo - ma nell’ultimo quarto non sono riusciti a gestire il vantaggio e si sono offensivamente spenti, non riuscendo mai a trovare chi potesse creare a giochi rotti. E così dal canestro del 73-67 di Belinelli sono arrivati 5 minuti di digiuno e un parziale di 1-13 incassato.
Non possono ovviamente non tornare in mente le parole di Scariolo, nella conferenza stampa che poi scatenò l’esonero, quando disse che in questa nuova Virtus non era più evidente il giocatore a cui dare la palla nei possessi dove la palla scotta. Chi può essere? Non l’ho ancora individuato, dovremo capire se qualcuno potrà fare un passo avanti. Nessuno finora lo è stato nel passato, ma ce lo aspettiamo.
Il compito di trovare il go-to guy ora spetta a Banchi, che ieri sera in conferenza ha ammesso con molta onestà di non conoscere ancora bene la squadra, e non potrebbe essere diversamente. Come sempre in caso di sconfitta si possono ipotizzare soluzioni diverse che (forse) avrebbero funzionato meglio - per esempio Smith in campo nel finale a dare una mano allo stanchissimo Hackett, oppure qualche minuto in più per Dunston - ma principalmente occorre dare tempo al tecnico grossetano, che sta ancora scoprendo una squadra non costruita da lui.
Di sicuro sono arrivati tanti segnali positivi (Cordinier, Shengelia, Mickey, l’ottimo esordio di Dobric), altri meno (Polonara, l’ingenuità di Cacok) e tanti aspetti su cui lavorare. E anche un “elefante nella stanza” da notare e risolvere, in un senso o nell’altro. Ieri Iffe Lundberg è andato per la prima volta nei dodici, ma non ha giocato. Da Israele intanto rimbalzava la voce di un’offerta del Maccabi per il danese, che la Virtus avrebbe rifiutato. Lundberg è un giocatore bianconero, e di sicuro avrebbe pedigree ed esperienza per poter dare una mano al reparto esterni, anche in Eurolega. Se invece si deciderà di non puntare comunque su di lui, servirebbe una soluzione di diverso tipo che possa contribuire a proteggere Hackett, che finora ha giocato quasi 30’ a partita, arrivando nei finali comprensibilmente stanco.
Contro una squadra rodata e con un vissuto superiore i bianconeri hanno disputato a lungo un’eccellente partita - pur con qualche alto e basso di troppo - ma nell’ultimo quarto non sono riusciti a gestire il vantaggio e si sono offensivamente spenti, non riuscendo mai a trovare chi potesse creare a giochi rotti. E così dal canestro del 73-67 di Belinelli sono arrivati 5 minuti di digiuno e un parziale di 1-13 incassato.
Non possono ovviamente non tornare in mente le parole di Scariolo, nella conferenza stampa che poi scatenò l’esonero, quando disse che in questa nuova Virtus non era più evidente il giocatore a cui dare la palla nei possessi dove la palla scotta. Chi può essere? Non l’ho ancora individuato, dovremo capire se qualcuno potrà fare un passo avanti. Nessuno finora lo è stato nel passato, ma ce lo aspettiamo.
Il compito di trovare il go-to guy ora spetta a Banchi, che ieri sera in conferenza ha ammesso con molta onestà di non conoscere ancora bene la squadra, e non potrebbe essere diversamente. Come sempre in caso di sconfitta si possono ipotizzare soluzioni diverse che (forse) avrebbero funzionato meglio - per esempio Smith in campo nel finale a dare una mano allo stanchissimo Hackett, oppure qualche minuto in più per Dunston - ma principalmente occorre dare tempo al tecnico grossetano, che sta ancora scoprendo una squadra non costruita da lui.
Di sicuro sono arrivati tanti segnali positivi (Cordinier, Shengelia, Mickey, l’ottimo esordio di Dobric), altri meno (Polonara, l’ingenuità di Cacok) e tanti aspetti su cui lavorare. E anche un “elefante nella stanza” da notare e risolvere, in un senso o nell’altro. Ieri Iffe Lundberg è andato per la prima volta nei dodici, ma non ha giocato. Da Israele intanto rimbalzava la voce di un’offerta del Maccabi per il danese, che la Virtus avrebbe rifiutato. Lundberg è un giocatore bianconero, e di sicuro avrebbe pedigree ed esperienza per poter dare una mano al reparto esterni, anche in Eurolega. Se invece si deciderà di non puntare comunque su di lui, servirebbe una soluzione di diverso tipo che possa contribuire a proteggere Hackett, che finora ha giocato quasi 30’ a partita, arrivando nei finali comprensibilmente stanco.