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(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)
(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

Tommaso Baldasso è stato ospite dell'ultima puntata di Alley Oop, trasmissione in onda ogni martedì dalle 17 alle 18 e condotta da Eugenio Petrillo, Alessandro di Bari e Marco Lorenzo Damiani. Il giocatore di Tortona ha parlato anche delle stagioni trascorse a Bologna, sponda Fortitudo.

“A Bologna le cose non andavano come ci si era programmati. Per responsabilità anche mie, perché penso che quando le cose non vanno bene sia troppo facile dare la colpa solo agli altri. Il progetto che era stato designato per me non era esattamente quello che si stava verificando. È andato via Repesa, che era il motivo per cui avevo preferito rimanere a Bologna, lui mi aveva chiamato, mi aveva desiderato tanto. Quindi io mi sentivo pronto a stare vicino a lui perché sapevo che tipo di allenatore fosse e mi faceva piacere lavorare con lui. Poi è arrivata la chiamata di Milano, e credo che l’Olimpia sia un treno che quando passa devi salirci sopra”.

Per riascoltare la puntata integrale su Spotify cliccare QUI, mentre per rivederla su Youtube segue il link

https://www.youtube.com/live/RMkFCuYbtuU?si=PblVuUxkkl2OWllX

Le dimissioni di Repesa a Bologna.
 L'ho presa malissimo, io d'estate avevo fatto l'intervento alla spalla e poi ero rimasto perché c'era lui. Già l'estate prima, quando lui era Pesaro, mi voleva e comunque è un allenatore molto bravo che poteva insegnarmi veramente tanto. Quindi quando sono arrivate le dimissioni è stato un po' un colpo, non soltanto per me, ma anche per altri giocatori. Mi viene in mente Procida che era lì per iniziare un percorso con un allenatore che aveva lanciato tanti giocatori. Non deve essere stato semplice e per me è stato uguale”.

Il fallimento della Virtus Roma.
“I primi cinque mesi della stagione 20/21 sono stati drammatici. Purtroppo Roma è fallita in modo brutto, in modo triste. Dopo il Covid, si vociferava che la Virtus potesse avere delle difficoltà, ma io avevo scelto di rimanere perché Roma la sento un po' casa. Nonostante io non sia romano sono stato proprio adottato. Mi sono sempre trovato bene e mi hanno aiutato in tutto, dentro e fuori dal campo. Quando è fallita abbiamo vissuto veramente dei periodi particolari, c'erano grosse ansie, grosse pressioni per cui poi avevo già esperienza quando ho vissuto una situazione che oggettivamente al tempo era destabilizzante a Bologna”.

 

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