Il Resto Carlino oggi riporta un articolo a firma Sasha Danilovic sui 150 anni della Sef Virtus. Un estratto.

" E' un momento, un compleanno, che mi rende ancora più orgoglioso, anche se ora sono qui, a Belgrado, del percorso che mi ha visto protagonista. A Bologna e con quella maglia sulle spalle, mi sono sentito sempre a casa. E ora, anche se è trascorso qualche anno, non posso che ripetere quello che ho sempre detto. Ovvero che le stagioni di Bologna e della Virtus sono state le più importanti della mia carriera. Le più belle.
Se, nel 1992, avessi dovuto ragionare solo misurando le offerte economiche forse avrei preso altre strade. Però c'era qualcosa – e non mi ero sbagliato – che mi portava comunque a Bologna. La storia della Virtus, certo, ma anche il rapporto che stava nascendo con Ettore Messina. E i programmi della società. Con la quale, in due momenti diversi, abbiamo vinto tutto. Dico abbiamo, perché ci metto tutti: la Virtus, i compagni, lo staff tecnico, i dirigenti, io. Poi, anche qui non svelo nulla di segreto, perché l'ho detto e ripetuto molte volte, ero attirato dall'idea di giocare al fianco di un grande playmaker, Roberto Brunamonti. Non mi sono mai pentito della scelta.
In 150 anni si sono alternati, con quella maglia e quei colori, in discipline diverse, migliaia di persone. Decine e decine di campioni. Essere indicato come il virtussino numero uno fa comunque un certo effetto."

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