Le parole di Luca Dalmonte in preparazione alla partita di domenica tra Fortitudo e Cremona.

“Cerco di essere chiaro e pragmatico: durante l’anno, nel corso delle giornate, il valore delle partite assume molta più importanza perché la situazione della stagione determina, appunto, quanto significhi la gara. E quella di domenica ha valore straordinario, è necessario vincere: tralasciando l’idea del giocare per giocare, ma essere pronti a giocare per vincere con grandissimo e totale rispetto per Cremona, per quello che sta facendo durante l’anno e per come lo sta facendo. Consapevoli dell’avversario, ma che l’importanza della partita deve essere superiore a tutto il resto, e a come noi dovremmo giocare ogni singolo possesso. Ci potrà essere troppa pressione su questa partita? Fa parte della nostra professione, nelle modalità corrette, e non c’è momento migliore per mostrare la nostra capacità di gestirla, e di mostrare la volontà di vincere una gara che ritengo, e sottolineo, molto importante senza sconfinare nel decisivo. Cremona è una squadra che ha mostrato ad oggi grande atletismo, con i due Williams, Cournooh, Lee, e il giocatore che finalizza che è Hommes fin qui ottimo. Mian e Palmi sono due specialisti, che vivono nel contesto di pick and roll speculando i vantaggi che Hommes riesce a ricavare, e possono essere decisivi con i tiri da tre punti. Ha gerarchie ben precise, un sistema che mostra e risalta le qualità dei giocatori, e nelle ultime gare ha proposto una difesa tattica molto interessante che ha condizionato non poco gli avversari.”

Mercoledì hai detto che quella partita ti ha insegnato molto. “Come si suol dire, nelle gare a volte si vince e a volte si impara, e io ho capito come intervenire sia sul post che sulla prossima partita. Le sconfitte devono far capire come vincere quelle successive, e io devo aver imparato come gestire alcuni momenti che mi devono portare a fare scelte migliori nei momenti di criticità. Dobbiamo essere più presenti, e nessuno può permettersi di uscire mentalmente da una partita che per 28’ è stata giocata in una direzione, e che è stata stravolta da due errori. Fino a subire un break di 36-11. Sono tornato a casa analizzando il mio operato, e sono stato costruttivamente critico verso di me: questo porta ad imparare. Poi è necessario che tutti siamo d’accordo nel non riproporre gli errori, e se ricapiterà dovrò essere io il primo ad avere una reazione. Io ho esperienza solo di 80’, non posso essere retroattivo, e quanto visto mercoledì sera ci deve portare, domenica pomeriggio, ad essere più pronti a fronteggiare eventuali momenti di criticità”

Quando le cose vanno male ognuno pare andare per i fatti propri. “E’ un qualcosa che non può essere allenato, ma si può scavare e devo essere io ad entrare dentro cuore, testa e anima, con la richiesta che ci sia una porta aperta da parte dei giocatori. Io busso, se c’è volontà di aprire il problema non sarà allenabile sul campo ma in altre modalità”

Non ci fosse disponibilità, invece? “Aspettiamo un po’, intanto concentriamoci cercando di evitare che succeda. Il passato non deve inquinare, il futuro non deve angosciare, non facciamoci condizionare da quanto successo mercoledì, e questo vale per ogni singolo possesso. Altrimenti rischiamo che uno o due errori ci travolgano e ci portino in una sorta di giro vizioso che potrebbe mangiarci e farci prendere 11-36. Serve un bottone a resettarci e a farci andare avanti. E questa filosofia va tradotta in fatti: se compriamo un mobile dell’Ikea leggiamo sì le istruzioni, ma poi ci si deve mettere le mani”

Contro Reggio cosa invece ha funzionato? “L’applicazione di tutti sul piano partita, il riconoscere le situazioni che dovevamo giocare. Poi abbiamo fatto errori, ma la capacità di reagire agli errori è stata efficace perché non ci ha fatto deragliare. Alla fine, però, siamo usciti e finiti nel ghiaione, contro le balle di fieno.”

Si parla sempre di chi deve uscire dalla squadra. “Non c’è una nomination su chi starà fuori, è importante non tanto capire chi potrebbe uscire, ma che questo gruppo faccia il meglio possibile e al massimo alzare il livello di rendimento. E per farlo serve che tutti, in ogni singolo ruolo, siano positivi e non dico felici ma soddisfatti di far parte di questo gruppo e di questo tempo da condividere insieme. Chiaro che uno degli americani dovrà stare fuori, la scelta mercoledì è stata, anche per esigenze interne, poche ore prima. Oggi è ancora presto per valutare”

Il dubbio è sulla possibilità di giocare insieme di Happ e Hunt. “Credo possano farlo, magari non tanti minuti ma è possibile. Deve crescere la condizione di Hunt, e ora gli allenamenti ci diranno quando sarà al meglio. A quel punto, anche valutando le qualità degli avversari, penso che assieme potrebbero giocare. Difensivamente ci si dovrà lavorare, comunque”

Alcune dichiarazioni raccolte dalla Fortitudo e caricate da Sportpress

https://youtu.be/5EssFZN7obo

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