Luca Baraldi è stato intervistato da Corriere di Bologna, Repubblica e Carlino.
Un estratto delle parole dell'amministratore unico di Segafredo Grandi Eventi

La soddisfazione immensa per un trofeo che ha sapore d'Europa, vinto per il proprio club, ma anche per l'Italia. Nelle migliori tradizioni della Virtus, riportata nel mondo che le compete, e come omaggio ad Alberto Bucci, giustamente l'uomo della prima dedica fatta dal dottor Zanetti. Era questo il vero obiettivo, molto più importante dei playoff, che pure avremmo voluto. Sarà anche la terza coppa, ma oggi una ha vinto e trentuno no.
Fatta la scelta istituzionale di stare con la Fiba, che ripeteremo, come già anticipato dalla proprietà, ne abbiamo colto il forte impegno a crescere. Che appoggiamo, con altri club di peso e blasone. La wild card ricevuta l'abbiamo onorata al meglio. E adesso, sopra, vedo solo l'Eurolega, in cui prima o poi vorremmo arrivare. L'Eurocup, se posso sintetizzare, è una seconda coppa a pari merito. Poi a noi piace che con la Fiba si vada nel mondo. Faremo l'Intercontinentale, quest' anno svoltosi a Rio, oltre alla Supercoppa con Sassari. Un investitore come noi ci guarda, al respiro internazionale.


La festa è arrivata dopo tanti travagli e scelte dure, anche impopolari. Conosco il gioco, so che le aziende sportive hanno dinamiche tutte loro. Ho dovuto prendere decisioni dolorose, ma anche coraggiose, conservo la massima stima umana di Sacripanti e Martelli, due professionisti cui oggi va data una bella parte di merito di questa conquista. Cambiare, soprattutto l'allenatore, s'è però rivelato giusto, alla luce dei risultati. Pino non aveva più la squadra in mano: succede, e ci sono state pure responsabilità della società, ossia nostre, mie. Djordjevic è stato un cambio di marcia. E una pietra angolare già posata per il futuro.
La squadra quindi non era da buttare. E mi fa piacere rilevare oggi che Martelli aveva fatto molte scelte giuste. Sugli uomini e non solo sui giocatori. Avevamo pure strabattuto Milano...

La vittoria vale un milione di euro. Quanto va in premi? Tutto già previsto sui contratti, non una fetta larga. Questa somma è invece una boccata d'ossigeno che riequilibra i conti della Virtus, fin qui finanziata esclusivamente da Zanetti. E rimette pari il bilancio. Al 30/6, salvo ammortamenti, la Virtus non avrà conti in rosso. Non ho meriti sul campo, ma di questa gestione in equilibrio finanziario è l'unico che mi prendo. Due anni fa eravamo in A2, con zavorre di pregresso. Sanate. Oggi la Virtus è tra i club più in salute d'Italia.

Attorno al 20 maggio ci ritroveremo e inizieremo a tirare le fila. Ripartiamo da Sasha Djordievic e dai giocatori che sono sotto contratto come Aradori.
Ci vedremo con Ronci e Djordjevic, ascolteremo le idee del coach, pronti a seguirlo più possibile. Sasha sarà, più che un allenatore, un direttore tecnico. Alla Ferguson, per capirci, per un progetto di crescita nella continuità, senza stravolgere tutto ogni estate.
Si va verso una rivoluzione estiva? Dipenderà esclusivamente da Djordjevic, noi non entriamo negli aspetti tecnici. Lui farà le sue valutazioni in collaborazione con Paolo Ronci e il suo staff tecnico, poi ci dirà le sue idee nelle prossime settimane.

Budget? Da fissare. Di soldi e di giocatori parliamo da lunedì.



Però si alza l'asticella. Sì, e dipenderà pure da quanti vorranno seguirci, tra chi è a bordo e chi vorrà salire. Abbiamo sponsor che entrarono al buio e oggi, felici, rilanciano. Macron, Alfasigma, Palazzo di Varignana... Saranno spinte decisive.

Zanetti ha dichiarato aperta la caccia a Milano. Il gap di investimenti oggi è largo, ma la strada è quella. Poi, si copre non solo coi soldi, ma pure col lavoro. Ci serve la pedalata giusta, restando umili, e valorizzando però il trofeo appena vinto. Ci sono tappe di crescita, questa è stata decisiva. Un'idea è sicura. La società resterà corta, per essere più operativa. Chi guiderà è già ai comandi.

(foto Virtus Pallacanestro)

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