Matteo Boniciolli è stato intervistato oggi da Giacomo Luchini su Repubblica.it

 

Sarà un campionato ancora più competitivo di quello dello scorso anno?
"Il livello si è ulteriormente innalzato. Molte squadre hanno iniziato a dotarsi di un nucleo forte di italiani consolidandolo con l'inserimento mirato di stranieri funzionali al progetto. Questa non è soltanto una prerogativa di Treviso, Fortitudo e Virtus Bologna, che via via attingono anche al settore giovanile. Altre società, come Trieste e Ravenna, stanno seguendo tale percorso che rende l'A2 simile alla pallacanestro italiana di qualche decennio fa, quella che veniva studiata all'estero e che adesso tutti rimpiangiamo".
La Fortitudo è considerata da molti la principale candidata alla promozione. Una responsabilità che pesa?
"Condivido il giudizio di esperti e addetti ai lavori. Una squadra, reduce da due finali consecutive con le quali ha sfiorato il doppio salto di categoria, che ha confermato lo zoccolo duro e aggiunto elementi di spessore non può rifiutare i favori del pronostico. Lo dobbiamo considerare uno stimolo in più per dare il massimo".
In palio però c'è un solo posto promozione...
"Infatti non sarà semplice. Nemmeno un mago riuscirebbe a garantire la vittoria di un campionato che presenta un imbuto così stretto. Dispiace che l'ottimo lavoro di allenatori con alle spalle una storia importante o di tecnici promettenti finisca per essere frustrato dalla discutibile formula della A2. E intanto nella massima serie ci sono squadre, imbottite di stranieri, che ogni anno vengono smantellate e ripartono da zero. La conseguenza sono i risultati della nostra Nazionale, non siamo in queste condizioni per caso".
Dalla prossima stagione forse le promozioni saliranno a due...
"Sarebbe positivo, anche se il problema di fondo non è il numero delle promozioni. Finché non ci renderemo conto che l'accesso alla serie A deve essere limitato a società capaci di assicurare impianti, presenze di pubblico, sponsorizzazioni e settori giovanili di un certo livello non andremo lontano. Nel 2016 affidarsi solo al merito sportivo è anacronistico, manca una visione di medio-lungo periodo per riattivare la nostra pallacanestro. Vedendo i palasport di Paesi non certo più ricchi dell'Italia viene da chiedersi se da noi i soldi siano stati investiti o spesi. Io propendo per la seconda ipotesi, anzi credo che molte volte siano stati buttati".
Con quale mentalità va affrontata una stagione così lunga e densa di impegni?
"Occorre lavorare in prospettiva per ottenere un costante miglioramento fisico e tecnico del collettivo, ma anche dei singoli. Al di là dei risultati, negli ultimi due anni alla Fortitudo abbiamo puntato sulla crescita di un gruppo di giovani divenuti il fulcro del roster. Questo ha contribuito a creare una squadra nella quale i tifosi possono identificarsi e a rafforzare ulteriormente lo spirito di attaccamento ai nostri colori. Preferisco una A2 così a una massima serie piena di stranieri e dove si sa già, salvo clamorose sorprese, chi vincerà".
La sua Fortitudo, in effetti, si è affidata a elementi molto giovani in ruoli chiave come quello del play. Quanto coraggio è servito?
"Lavorare con i giovani è sempre stata una mia passione. Mancinelli è tornato anche perché siamo legati da un rapporto fortissimo dopo che puntai su di lui a soli 18 anni in una stagione in cui lottavamo per lo scudetto. Candi è stato eletto miglior under 22 dello scorso campionato e Montano ce lo ha chiesto mezza serie A. Un allenatore non può garantire con certezza le vittorie, ma ha il compito di lasciare qualche traccia concreta del suo operato. Costruire un gruppo di italiani che tra poco saranno pronti per giocare in A era un mio dovere nei confronti della Fortitudo e dell'intero movimento".
Come avete convinto Mancinelli a scendere di nuovo di categoria?
"E' stato determinante l'amore travolgente di Stefano per la città e per questa squadra. Si è messo a completa disposizione di società e allenatore, come fosse l'ultimo degli juniores, e ha rinunciato a ingaggi superiori a quello che poteva offrirgli la Fortitudo. Il suo comportamento dovrebbe essere d'esempio".
Quali squadre crede siano attrezzate per puntare alla vittoria finale?
"Oltre a noi, dico Virtus Bologna, Treviso, Verona e Ferentino. Poi, come ogni anno, uscirà fuori qualche sorpresa. Limitandomi al girone Est, due rivelazioni potrebbero essere Trieste e Ravenna: sono allenate da tecnici eccellenti".
Con oltre 4.500 abbonati la Effe ha stabilito il nuovo record della sua storia. Un pubblico così quanti punti in più garantisce?
"Negli ultimi due anni, da quando sono tornato a sedermi in panchina, in casa abbiamo perso una sola partita. E' un dato inconfutabile. Adesso l'obiettivo è migliorare il rendimento in trasferta per chiudere la regular season più in alto rispetto alla passata stagione, evitando di disputare i play-off con il fattore campo spesso a sfavore".

 

http://www.repubblica.it/sport/basket/2016/09/30/news/basket_a2_boniciolli_non_si_nasconde_fortitudo_favorita_sara_uno_stimolo_in_piu_-148811413/

 

(Photo by Fabio Pozzati / Iguana Press / Fortitudo Kontatto Bologna)

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