E' arrivata al venerdì, la Fortitudo, senza avere ancora chiaro cosa fare del proprio roster dopo le recenti sconfitte casalinghe e, soprattutto, la palese dimostrazione di squadra inadeguata, o forse solo costruita male, alle esigenze che questo campionato richiede. La settimana era iniziata con il quasi certo addio di Groselle, e sappiamo come è andata: oggi siamo ancora in una situazione di stallo, con almeno tre giocatori sulla graticola e nessuna vera novità dal mercato. Perchè con il passare dei giorni sul rullo dei possibili partenti ci sono saliti anche Benzing e Totè, rendendo di fatto tutto il settore lunghi Fortitudo una specie di hall alberghiera. Questo senza capire se si stia cercando un 4 atletico (diciamo un Ashley più concreto e con meno valigie pronte) o un 5 più dinamico (diciamo un Hunt o un Sims, per capirci), non nascondendo poi il fatto che, al netto di Totè - la cui partenza necessiterebbe di un nuovo italiano - e dei suoi alti e bassi, ancora non si è trovato un vero e proprio cambio di Durham. E di italiani a portare palla (diciamo un Baldasso più razionale) in giro non ce ne sono tanti.

"Ora quelli bravi in giro non ci sono" aveva detto recentemente l'ex Bagaric in TV commentando la partenza di Groselle, che poi non è partito. A due settimane dall'inizio della fine del campionato ancora non ci sono segnali, tralasciando per ora le questioni societarie: si era parlato di ufficializzazioni nella prima decade di febbraio, sta per finire la seconda, ma forse oggi il problema è dare a Martino un roster equilibrato, piuttosto che capire chi metterà la propria faccia nel ruolo di presidente.

(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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