Julian Gamble è stato intervistato dal sito israeliano Sports Rabbi. Ecco le sue parole.

Hai avuto modo e tempo di riflettere sulla situazione attuale al di là del basket, cosa ne pensi? "Sto vivendo il momento, avendo ben capito che questo virus ha colpito il mondo intero, a parte il basket. La cosa più importante in questo momento è prendersi cura l'uno dell'altro e di noi stessi, passare del tempo con le nostre famiglie e custodire ogni momento con loro."

Sei stato uno dei primi a tornare a casa: "Sono stato il primo a partire. Nel mio caso si trattava solo di ricongiungermi con la mia famiglia. In quel momento non avevo timore di contrarre il virus ma vedevo che progrediva in Italia. È stata una decisione presa dopo averci pensato qualche giorno. Ho parlato sia con coach Djordjevic sia con Paolo Ronci che mi hanno la possibilità di partire e tornare a casa. La mia intenzione era quella di passare solo qualche settimana per poi tornare ad allenarmi con la squadra ma così non è stato alla fine. Col senno di poi è stata una decisione giusta e da quando sono a casa sono comunque rimasto in contatto con il resto della squadra."

Tutta questa situazione ha cambiato un po' anche la vostra prospettiva sullo sport, sulla vita, sul giocare all'estero? "Direi di no, solo perché cerco di guardare le cose in prospettiva mantenendo una visione generale. Il fatto di vedere quotidianamente gente colpita e talvolta gente che perde la vita non solo in Italia ma anche in altri paesi dove ho giocato mi fa male. Per me essere un giocatore è un grande privilegio ed è qualcosa su cui noi lavoriamo tanto, ma nel quadro generale è una piccola parte della nostra vita e un breve periodo di tempo che dobbiamo sfruttare al massimo. Dio e la mia famiglia saranno sempre le due cose più importanti della mia vita e sono le mie ragioni principali per cui voglio raggiungere il massimo livello possibile nel basket. Giocare all'estero e in diversi paesi è una grande opportunità se la cogli. Sono sempre stato orgoglioso di godermi le mie esperienze e le persone che ho incontrato e questo è un altro motivo per cui sono molto legato a queste persone durante questa pandemia. Lo sport non è più importante della salute e delle persone coinvolte. Ricordiamocelo tutti."

L'EuroCup non ha ancora deciso nulla. Quali sono le decisioni che vuoi vedere prima di riprendere a giocare? "Ci devono essere delle misure che ci permettano di lavorare in luoghi dove il virus non è un problema. Capisco che sia una cosa difficile da fare dal momento che si tratta di una situazione incerta ma ciò e necessario. Ci sono state varie opinioni su come riprendere a giocare ma alla fine penso che la decisione migliore sia annullare le eventuali partite rimanenti e cercare di ricominciare la prossima stagione nel modo più sicuro possibile. Non avere sindacati forti di giocatori in tutta Europa può essere un problema ma in una situazione come questa, insolita, è difficile pensare a come sarebbe stato possibile risolvere problemi tra i giocatori, le società e le controversie contrattuali."

Come pensi che il coronavirus cambierà il basket in Europa oggi ed in futuro? "È veramente difficile da dire perché non sappiamo cosa ci riserva il futuro. Pensando in maniera ottimistica spero che arrivi presto un vaccino per proteggere le persone dal contagio, che dia coraggio alle persone e che ci permetta di tornare a giocare con i tifosi presenti. Sento, comunque, che man mano che i giorni passano ci avviciniamo ad una possibile soluzione ma solo il tempo ce lo dirà."

La Virtus la squadra migliore in cui hai giocato? Cosa ha reso questa stagione speciale? "Si, questa è stata la stagione migliore finora per me. Abbiamo avuto talento ed esperienza che ci hanno aiutato a vincere partite in modi diversi. Lo staff ci ha aiutato a preparare ogni partita nel modo in cui volevamo e in allenamento lavoravamo costantemente per costruire la giusta mentalità all'interno della squadra. La nostra chimica era speciale. Essendo più o meno tutti nuovi, avevamo come obiettivo comune quello di vincere e giocando insieme ci siamo subito immedesimati nel nostro ruolo per contribuire alla vittoria della squadra. Come squadra avevamo grandi ambizioni e fare questo in Eurolega era un obiettivo, quindi spero arrivi l'occasione. Ad oggi io ho ancora una stagione da affrontare con la Virtus. Vediamo cosa ci riserva il tempo, per me e per la Virtus. Ma quest'anno la stagione, seppur interrotta, è stata straordinaria con la città di Bologna e i suoi tifosi. Apprezzo veramente la loro passione per il basket."

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