Sul "Protocollo per la ripresa delle competizioni non professionistiche" che la FIP ha diramato alcuni giorni fa ci sono vari parecchi da parte delle società, in particolare quelle che si occupano di settore giovanile.

Ecco alcuni pareri, raccolti dal Carlino Ferrara.
Filippo Bertelli della VIS Ferrara, parla dei tamponi e test sierologico da eseguire "nei cinque giorni precedenti l'inizio della competizione e risultare negativi".
"Già questo non è chiaro. Per la prima squadra penso che sia anche fattibile, ma solo se s'intende l'esecuzione prima dell'inizio del campionato. Se la Fip volesse dire che occorrono tamponi e sierologici prima di ogni partita la spesa diventerebbe insostenibile. Figurarsi se lo stesso discorso valesse per le giovanili.
E aggiungiamoci una burocrazia massiccia. Non solo per questioni di spesa, a cui vanno aggiunte quelle relative alla sanificazione, bensì per trovare tutta una serie di figure amministrative e autocertificazioni da presentare ad ogni partita. Un rovo burocratico che mi auguro la Fip si convinca a rivedere al più presto".


Sulla stessa linea Luigi Moretti della 4Torri. Questa nuova linea complica le cose e impone alcune riflessioni. Se i test dovessero essere svolti prima dei 5 giorni indicati, sarebbero da considerarsi non validi? E poi, come gestire eventuali casi di malattia a stagione in corso? Lo screening dovrà essere effettuato solo all'inizio della stagione o prima di ogni partita? È un protocollo che si presta a troppe interpretazioni e così si rischia di creare lacune nella sicurezza. Mi aspetto una ridefinizione molto presto, anche perché al momento non ci sono date certe sulla ripresa dei campionati minori né giovanili. Gira voce di far ripartire la Serie C per metà ottobre. Ma mentre per le prime squadre il protocollo può essere anche attuabile, per i settori giovanili diventa insostenibile".

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