Sospiro di sollievo dall'infermeria, dove almeno Fantinelli pare sia meno grave di quanto non si potesse temere e, quindi, recuperabile per dopodomani a meno di altre sorprese negative. Questo in un contesto abbastanza nebuloso, dopo una brutta sconfitta a Forlì anticipata da una settimana di problemi fisici - alcune sedute di allenamento annullate per mancanza di numero minimo di giocatori - mai comunicati dalla società. Ad ogni modo, l'ennesimo ko in trasferta, al netto delle circostanze e del valore dell'avversaria (curiosità, i due gironi della A2 sono comandati da due ex allenatori Fortitudo, ovvero Sacchetti di là e tra gli altri Martino di qua), ha mosso quei soliti dubbi sull'organico che escono fuori ogni volta che si torna da un fuoriporta amaro.

Le infinite distrazioni di Davis, l'ormai fuori rotazioni Paci (8 minuti complessivi giocati nelle ultime 4 partite), la totale mancanza di un cambio per Thornton e Aradori. Tutte considerazioni fatte ad alta voce, dato che la società è stata chiara nel dire che di mercato non se ne parla. Questo mentre Udom - che potrebbe diventare quello che Niang non è mai potuto essere, ovvero una alternativa tra il 2 e il 3 - è NE fisso a Verona e Giovanni Pini, a Cantù, è stato direttamente messo fuori rosa dopo un battibecco con Romeo Sacchetti. O con la Firenze di Pavani e non solo in dismissione, quindi con giocatori facilmente avvicinabili per tanti motivi: il primo, almeno come rendimento, sarebbe Marco Laganà (33+8 domenica).

Resta da capire se in Fortitudo si vorrà mantenere la decisione di restare con quelli che si è, sperando che il lavoro di Luca Dalmonte riesca a far rendere tutti gli attuali effettivi un po' di più, almeno in trasferta, di quanto visto finora. Che non ci sia o non ci possa essere l'ambizione di provare il salto già adesso è chiaro. Ma eventuali mosse di mercato non invasive per il budget, con cessioni subitanee ai possibili arrivi, non dovrebbero essere escluse a priori.

(foto Fortitudo 103 - Valentino Orsini)

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