E alla fine, per una volta, un proclama vinciamo sicuramente si rivela esatto. Peccato per la Fortitudo che a vincere il premio Branko sia Pillastrini, e una Treviso che giocando con ben altra serenità e lucidità riesce a sorprendere una Bologna che chissà se si è trovata con il virus del tanto vinciamo, o con l’esagerato pensiero del possibile paracadute. Però ora la serie è 2-1, e chiaramente è lapalissiano che la Effe sia meno vicina alla semifinale di quanto non lo fosse stamattina. Se non altro, per aver fatto capire a Treviso che non è poi così impossibile, provare a vincere.

Salutato il ritorno in parterre di Giorgio Seragnoli – che qualcosina per la Fortitudo l’ha fatta – si parte con canovaccio canonico: tante bocce in area, punteggio che non lievita più di tanto, e Treviso che tiene una ruotina di vantaggio sfruttando qualche persa di troppo bolognese a causa di anomale difficoltà nel ball handling. Si scenda a -5, poi Montano in sottomano fa 17-20 al 10’.

Centellinando ogni possesso come mai fatto prima, Treviso sfrutta i passaggi dentro-fuori per restare avanti, contro una Fortitudo poco centrata dall’arco (il primo lo mette Campogrande dopo otto musate) e che soffre il divario ormonico a metà campo. Arriva un artesiano -11 (24-35), c’è un po’ di linfa proletaria da Gandini, ma è 33-43 al 20’.

L’alzarsi dei decibel – non la band di Ruggeri -, il terzo fallo di Perry e il maggiore dinamismo Fortitudo sono un piccolo step verso l’avvicinamento, ma l’impatto non arriva (Candi forza il possibile sorpasso) e non è immediato il capire che gli ospiti hanno rimesso la testa a posto, pur con qualche libero sbagliato, ed è 52-58 al 30’.

Il Paladozza diventa la classica onda da film americano, e Bologna sul surf sa davvero come muoversi. C’è l’immediato parzialone per mettere il naso avanti dopo due mesi, c’è Candi che torna a giocare da Candi e fa il 65-62, ma non è rondine e non è primavera. Treviso si riassesta nuovamente, e tra forzature avanti e guai dietro, complice anche un evitabile tecnico a Ruzzier, è parzialone da 12-0. Piombata a -9, la Fortitudo non collassa, si riporta ad un possesso, ma viene uccisa dall’ennesimo rimbalzo offensivo di Rinaldi. Che non sarà il Cantarello citato da Boniciolli, ma che sta facendo davvero male, ai biancoblu. Resta il batti e ribatti dei tiri liberi, con continui cambi di formazione come nemmeno nel football americano, ma non basta. Si ritorna lunedì: sarà contento il cassiere, forse un po’ meno il coach.


(Foto di Fabio Pozzati)

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