Reale Mutua Torino - Flats Service Fortitudo Bologna, cronaca
Reale Mutua Torino - Flats Service Fortitudo Bologna 82-64
Houston, abbiamo un problema. Se le parole domenicali del coach avrebbero dovuto dare una scossa alla truppa, non è stata Torino il luogo dove vederne i frutti, anzi. La Fortitudo si fa piallare dai padroni di casa senza mostrare il minimo accenno, né fisico né di dignità, ad una reazione. Giocando in modo nemmeno superficiale, quanto piuttosto davvero immobile e inesistente contro chi, almeno per 20’, nulla aveva poi fatto di così trascendentale. Si finisce a -31, e se questa doveva essere una risposta, è stata quella sbagliata.
Cronaca
Si parte a ritmo lento, con Ajayi che ne mette 11 di fila, tutto il prodotto gianduja per almeno 9’, contro una Fortitudo che sbava un po’ troppo nei soliti affaticati recenti e che prova ad andare avanti (15-11) senza però continuità. Così Torino, malgrado un epocale 0/10 da 2 punti (Bologna fa poi 3/11, eh), chiude il primo quarto avanti 16-15.
Smentita la voce che Cristicchi si stia ispirando a questa partita per una nuova canzone, la Fortitudo continua a soffrire su entrambi i lati (19-26), piomba a -9 beccandone 3 a possesso, mantiene un passo di marcia della serie one step forward two steps back, aggiorna le proprie Marianne ad ogni azione o quasi, e dopo essere finita a -13 (26-39) riesce ad aggiornare al -9, 31-40, il punteggio al 20’.
E’ uno strazio: la Fortitudo non ha un giocatore che abbia un minimo di dinamicità nei piedi, concede di tutto sia da lontano che da vicino perché bastano due passaggi a sbilanciare la già precaria difesa, eclissandosi al ventello senza batter ciglio. Teste basse, Caja non sa da chi chiedere un minimo di sufficienza, 68-44 Torino al 30’.
Mandate a letto i bambini, andrebbe detto dopo i primi possessi dove è solo perché Torino cicca qualcosa che non si va subito a -30, ma non può esimersi (75-44). Il resto è garbage time, con Torino che non infierisce e la Fortitudo che raggranella un minimo di rientro che è utile solo per l’archivio e per buggerare chi non l’ha vista.