Virtus Segafredo Bologna sostiene “Io Tifo Sveva” , associazione di promozione sociale nata dalla volontà dei genitori di Sveva per dare continuità alla serenità, al coraggio, alla forza e alla determinazione con i quali la piccola cestista triestina, deceduta a otto anni per una terribile malattia oncologica, ha affrontato il suo percorso.

L’intento è quello di sostenere i piccoli pazienti oncologici nell’affrontare la loro dura battaglia nella maniera più ‘leggera’ possibile convinti che il sorriso e la positività siano dei validi supporti alla terapia.

Il 2 ottobre scorso la leggenda del basket Raffaella Masciadri, in occasione del suo compleanno, insieme a Nicola Turrini di Couponlus, ha organizzato una sorpresa per la famiglia di Sveva, invitandola alla sua festa.

Nel corso della serata si è svolta un’asta alla quale Virtus Segafredo Bologna ha contribuito donando una maglia da gioco e i cui proventi saranno utilizzati per realizzare una rete Wi-Fi all’interno del reparto di Oncologia Pediatrica dell’ospedale Burlo Garofolo di Trieste per consentire ai giovani pazienti di continuare a seguire attività sociali e formative anche a distanza.

Ai festeggiamenti era presente anche Federico Buffa, conosciuto per aver narrato le gesta dei grandi campioni dello sport, il quale ha interpretato per l’occasione un testo scritto daDamiano Montanari di LogStories e di cui riportiamo un estratto: “La vita è come una pallina rimbalzina: per quanto tu faccia attenzione, non sai mai che direzione può prendere. Allora non ti resta che seguirne la traiettoria, vedere dove ti porta e poi andare a recuperarla, sempre con il sorriso. Perché il sorriso è una cosa tremendamente seria e ha una potenza pazzesca. Lei lo ha sempre saputo.”

Sveva ha la febbre. Le sale fino a 38.5° nel pomeriggio e scende da sola, ma sono due settimane che va così. “Sarà un virus”, il pediatra non ha dubbi. Durante la notte la piccola guerriera si sveglia piangendo dal dolore. E’ la prima volta nella sua vita. Papà Paolo e mamma Marta corrono in ospedale. Gli esami sono di routine, dai, magari non è niente.

“Sedetevi”.

“C’è una pallina”. E non è rimbalzina. E’ di dieci centimetri, è attaccata ad un rene e ha già mandato in circolo nel sangue tante altre palline, una cinquantina. Il neuroblastoma è feroce nel creare metastasi, soprattutto in una bambina di sette anni.

E’ il 10 maggio 2018 e il mondo si ribalta. Paolo e Marta non possono più continuare a lavorare, un batterio per Sveva immunodepressa potrebbe essere mortale, la famiglia va in autoisolamento. Leonardo, il fratellino, afferra la macchinetta e si taglia a zero i capelli: la sorella, che ama con tutto il cuore, non si dovrà mai sentire diversa, neanche per un momento. Poi guarda in faccia i genitori, con occhi pieni di dolore e determinazione: “Il mio rene è troppo grande per Sveva?”. La battaglia è cominciata.

Sveva la affronta col sorriso, sempre. Forte, tenace, anche quando deve ingurgitare 23 pastiglie al giorno. All’inizio sono otto cicli di chemio in due mesi, una quantità potenzialmente letale per un adulto, poi servono la radioterapia e l’autotrapianto. Ma Sveva non piange, anzi, si preoccupa per gli altri bambini: “Mamma, perché non sorridono?”.

Nell’agonia la famiglia spalanca le porte del cuore e viene travolta da un amore incredibile. Il coro #IoTifoSveva invade i palasport di tutta Italia.

“Mamma, ma io sono famosa?”.

“Sì”.

“Perché tutti mi dicono di non mollare?”.

“Perché tu non perda il tuo sorriso”.

“E come potrei mollare con così tanti tifosi?”.

Arriva settembre 2019.

“Mi dispiace. Non c’è più niente da fare”.

“Neanche l’1% di possibilità?”.

“No”.

A salutare Sveva il 30 arriva anche il sosia di Jack Sparrow, il pirata coraggioso, per l’ultima avventura.

“Mamma, ho capito perché mi è capitata questa roba. Perché io sopporto tutto, un’altra bambina si sarebbe messa a piangere. E ti dico un’altra cosa: io sono la bambina più felice del mondo”.

Nasce l’associazione iotifosveva forte come la piccola guerriera, così forte da far cambiare il regolamento alla FIP: sabato 19 ottobre la Pallacanestro Trieste diventa “Sveva Trieste” per un giorno e in un palasport pieno lo spirito della trottolina di Marta e Paolo scende in campo contro Brescia, con i tifosi di entrambe le squadre a sostenerne il ricordo.

La domanda, apparentemente semplice, di una sconosciuta indica la rotta: “Cosa aveva Sveva di tanto speciale?”.

“Il sorriso”.

Una cosa seria, molto seria, con una potenza pazzesca, generatrice, salvifica.

La vita rimbalzi pure dove vuole. L’amore è come un sorriso: non ha direzione, ti riempie il cuore e dura per sempre»

Il Canale Telegram di Bolognabasket: tutti i dettagli
IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92