VIRTUS - BRESCIA: PAGELLE E INTERVISTE
VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA
Gentile A. voto 5.5 - Nel giorno del suo 25° compleanno parte nervoso, viene “battezzato” da tre e spadella dall’arco. Migliora nel secondo tempo, ma nel complesso è una giornata no. Tira 6/17, perde 4 palloni, e gestisce male l’ultima rimessa.
Umeh voto 5 - Oggi abbastanza lontano dalla partita, a parte un paio di triple.
Ndoja voto 5 - Alla prima da capitano, parte con una tripla, poi non si vede praticamente più.
Lafayette voto 6 - Ritrova il tiro, con 4 triple a segno. Nel finale anche lui forza tanto, come tutti e per una tripla segnata sbaglia almeno altri tre tiri pesanti.
Aradori voto 6.5 - Primo tempo nervoso, poi cresce, e nel finale mette una tripla che poteva essere importante. Uno dei migliori, senz’altro.
Lawson voto 5.5 - Buon impatto, poi piano piano si spegne.
Slaughter voto 6.5 - Subito problemi di falli, poi sale in cattedra e disputa la solita ottima prova difensiva, condita da 9 rimbalzi. E’ incolpevole sulle ultime due azioni. Su Luca Vitali difende bene, ma il play bolognese è semplicemente più bravo. E gli tocca l’ultimo tiro a 6 metri da canestro, non certo per colpa sua.
Gentile S. voto 7 - Ottima prova, comprensiva di record di assist in carriera (9). Stasera la coppia con Lafayette funziona piuttosto bene, per buona parte della partita, purtoppo non alla fine.
Le parole di Alessandro Ramagli, arrivato in sala stampa circa mezz’ora dopo la fine della partita - Direi che cominciano a diventare un po’ troppe. Tre perse in fila, magari con modalità diverse, però dobbiamo mettere le mani nelle situazioni che nei momenti caldi ci fanno perdere lucidità, smettiamo di giocare insieme, e questo ci costa partite. Dobbiamo cambiare rotta, perché ci disconnettiamo e facciamo errori banali. E poi il dio del basket non è mai benevolo, il canestro di Vitali è stato difficilissimo, però quando ti meriti di prendere uno schiaffo lo schiaffo lo prendi. Era una partita molto difficile, ci voleva la costanza nella lucidità, avevamo preso in mano la partita con l’impatto difensivo nel terzo quarto. Però negli ultimi 5 minuti dovevamo fare giocate intelligenti, e invece ci siamo disconnessi facendo errori che ci sono costate la partita. Quando questa cosa si verifica tre volte bisogna metterci le mani, in modo anche drastico. Non è possibile giocare con tutti e farsi scappare dalle mani le partite, perché gli altri fanno giocate di squadra e tu no. La squadra produce pallacanestro di squadra, poi ci sono momenti in cui questo si interrompe. Non è un difetto strutturale, credo sia un registro mentale che deve essere cambiato.
Drastico? Bisogna cambiare le modalità in cui gestiamo certi momenti della gara. E’ una cosa mentale. Eravamo partiti male, abbiamo abbassato il sedere, difeso e ripreso la partita. Serviva però un livello di equilibrio cestistico che però a noi manca, e l’abbiamo pagato. Mi sembra che mentalmente quando c’è bisogno di dare l’ultimo pugno facciamo fatica a darlo, e abbiamo lo spettro della partita che si riapre. Viene un po’ fuori la “malattia”, che magari non c’è. Abbiamo tutti gli strumenti per avere un livello di equilibrio che di solito esprimiamo per 30-35’ minuti. Poi gli ultimi 5’ sono un’altra partita. Però non tutto è allenabile, perché nelle mini-partite in allenamento non c’è lo stesso pathos. Un finale come quello di stasera o di Milano non è riproducibile in allenamento.
C’è molto da fare a livello mentale, e va fatto in partita. La pallacanestro è uno sport di situazione e noi dobbiamo migliorare in determinate situazioni.
Confronto con la squadra? Ci siamo parlati, ci girano i coglioni, a me e alla squadra. Tu glielo dici e loro ti dicono quel che pensano. E’ normale che sia così, è umano. E abbiamo condiviso la nostra chiave di lettura, che è questa: in certi momenti ci disconnettiamo. Queste cose si risolvono più parlandone.
Il calendario non ha aiutato? Sì, magari se affronti squadre più abbordabili il problema non salta fuori. Ma io sono più contento così, è meglio che sia venuto fuori ora. E se oggi raccontasi del calendario difficile vi prenderei per il culo, e io non prendo per il culo nessuno. Meglio si sia presentato ora, e adesso dobbiamo trovare la medicina.
I tecnici? Hanno diverse matrici, ci sono stati quelli flopping. Io ho visto una partita maschia, non nervosa.
L’ultimo tiro: sapevamo che loro avrebbero cambiato, volevamo un blocco cieco per Slaughter per dargli una ricezione in area, oppure una ricezione a Lafayette in punta. Aradori doveva tagliare per portare via un difensore. Ma non è venuta benissimo e alla fine ci siamo trovati con la palla in mano al giocatore sbagliato nella posizione sbagliata. In campo ci sono anche gli altri. Anche la rimessa di Brescia è stata bella, ma il tiro di Vitali è stata impiccato contro Slaughter, bravo lui a metterla dentro.
Le parole di Andrea Diana - Una vittoria dalla forte personalità su uno dei campi più caldi, con grandissimo entusiasmo e quindi anche per questo la nostra vittoria assume ancora più valore. Abbiamo saputo reagire a un pessimo terzo quarto, rispondere alla fisicità della Virtus e fare un ottimo ultimo periodo. Abbiamo avuto personalità,un plauso a tutta la squadra che è sempre stata sul pezzo anche sotto di dieci punti senza perdere la testa. Il nostro obiettivo era arrivare a giocarci il finale punto a punto. Il piano partita erano 40 minuti di zona con cambi sistematici per chiudere gli spazi della Virtus e avere maggiore controllo. Ho la fortuna di allenare giocatori intelligenti, che sanno comunicare, seguire i tagli e non fare semplicemente una zona classica. Quando vinci in un campo così vuol dire che ognuno ha portato il suo contributo. La ciliegina l’ha messa Luca Vitali con il canestro finale, ma la vittoria è di tutta la squadra e includo lo staff tecnico che con me ha preparato al meglio la partita in settimana.
Le parole di Luca Vitali - Partita tosta, lo sapevamo. Non abbiamo giocato una bellissima partita, è stata decisa da un episodio, ma bisogna saperci arrivare. Eravamo sotto id 10, e grazie alle giocate dei miei compagni siamo arrivati a quell’ultimo possesso, poi la palla può entrare e uscire, è andata dentro, siamo contenti. Bellissima atmosfera, io sono di Bologna e so cosa vuol dire giocare qui. Siamo contenti di aver fatto i due punti in un campo molto difficile e contro una squadra per me molto forte.
Sentita in maniera particolare? No, ma onestamente non ho fatto una gran partita, ed ero arrabbiato. Però abbiamo una grande qualità di squadra e condivisione di leadership, che è una cosa rara da trovare.
Il tiro? Fa piacere averlo messo dentro, ma se non fosse stato per Marcus e Brian non saremmo arrivati lì.
Le parole di -
(interviste raccolte da Valentina Calzoni)
Il video, grazie a Laura Tommasini di Sportpress.
Gentile A. voto 5.5 - Nel giorno del suo 25° compleanno parte nervoso, viene “battezzato” da tre e spadella dall’arco. Migliora nel secondo tempo, ma nel complesso è una giornata no. Tira 6/17, perde 4 palloni, e gestisce male l’ultima rimessa.
Umeh voto 5 - Oggi abbastanza lontano dalla partita, a parte un paio di triple.
Ndoja voto 5 - Alla prima da capitano, parte con una tripla, poi non si vede praticamente più.
Lafayette voto 6 - Ritrova il tiro, con 4 triple a segno. Nel finale anche lui forza tanto, come tutti e per una tripla segnata sbaglia almeno altri tre tiri pesanti.
Aradori voto 6.5 - Primo tempo nervoso, poi cresce, e nel finale mette una tripla che poteva essere importante. Uno dei migliori, senz’altro.
Lawson voto 5.5 - Buon impatto, poi piano piano si spegne.
Slaughter voto 6.5 - Subito problemi di falli, poi sale in cattedra e disputa la solita ottima prova difensiva, condita da 9 rimbalzi. E’ incolpevole sulle ultime due azioni. Su Luca Vitali difende bene, ma il play bolognese è semplicemente più bravo. E gli tocca l’ultimo tiro a 6 metri da canestro, non certo per colpa sua.
Gentile S. voto 7 - Ottima prova, comprensiva di record di assist in carriera (9). Stasera la coppia con Lafayette funziona piuttosto bene, per buona parte della partita, purtoppo non alla fine.
Le parole di Alessandro Ramagli, arrivato in sala stampa circa mezz’ora dopo la fine della partita - Direi che cominciano a diventare un po’ troppe. Tre perse in fila, magari con modalità diverse, però dobbiamo mettere le mani nelle situazioni che nei momenti caldi ci fanno perdere lucidità, smettiamo di giocare insieme, e questo ci costa partite. Dobbiamo cambiare rotta, perché ci disconnettiamo e facciamo errori banali. E poi il dio del basket non è mai benevolo, il canestro di Vitali è stato difficilissimo, però quando ti meriti di prendere uno schiaffo lo schiaffo lo prendi. Era una partita molto difficile, ci voleva la costanza nella lucidità, avevamo preso in mano la partita con l’impatto difensivo nel terzo quarto. Però negli ultimi 5 minuti dovevamo fare giocate intelligenti, e invece ci siamo disconnessi facendo errori che ci sono costate la partita. Quando questa cosa si verifica tre volte bisogna metterci le mani, in modo anche drastico. Non è possibile giocare con tutti e farsi scappare dalle mani le partite, perché gli altri fanno giocate di squadra e tu no. La squadra produce pallacanestro di squadra, poi ci sono momenti in cui questo si interrompe. Non è un difetto strutturale, credo sia un registro mentale che deve essere cambiato.
Drastico? Bisogna cambiare le modalità in cui gestiamo certi momenti della gara. E’ una cosa mentale. Eravamo partiti male, abbiamo abbassato il sedere, difeso e ripreso la partita. Serviva però un livello di equilibrio cestistico che però a noi manca, e l’abbiamo pagato. Mi sembra che mentalmente quando c’è bisogno di dare l’ultimo pugno facciamo fatica a darlo, e abbiamo lo spettro della partita che si riapre. Viene un po’ fuori la “malattia”, che magari non c’è. Abbiamo tutti gli strumenti per avere un livello di equilibrio che di solito esprimiamo per 30-35’ minuti. Poi gli ultimi 5’ sono un’altra partita. Però non tutto è allenabile, perché nelle mini-partite in allenamento non c’è lo stesso pathos. Un finale come quello di stasera o di Milano non è riproducibile in allenamento.
C’è molto da fare a livello mentale, e va fatto in partita. La pallacanestro è uno sport di situazione e noi dobbiamo migliorare in determinate situazioni.
Confronto con la squadra? Ci siamo parlati, ci girano i coglioni, a me e alla squadra. Tu glielo dici e loro ti dicono quel che pensano. E’ normale che sia così, è umano. E abbiamo condiviso la nostra chiave di lettura, che è questa: in certi momenti ci disconnettiamo. Queste cose si risolvono più parlandone.
Il calendario non ha aiutato? Sì, magari se affronti squadre più abbordabili il problema non salta fuori. Ma io sono più contento così, è meglio che sia venuto fuori ora. E se oggi raccontasi del calendario difficile vi prenderei per il culo, e io non prendo per il culo nessuno. Meglio si sia presentato ora, e adesso dobbiamo trovare la medicina.
I tecnici? Hanno diverse matrici, ci sono stati quelli flopping. Io ho visto una partita maschia, non nervosa.
L’ultimo tiro: sapevamo che loro avrebbero cambiato, volevamo un blocco cieco per Slaughter per dargli una ricezione in area, oppure una ricezione a Lafayette in punta. Aradori doveva tagliare per portare via un difensore. Ma non è venuta benissimo e alla fine ci siamo trovati con la palla in mano al giocatore sbagliato nella posizione sbagliata. In campo ci sono anche gli altri. Anche la rimessa di Brescia è stata bella, ma il tiro di Vitali è stata impiccato contro Slaughter, bravo lui a metterla dentro.
Le parole di Andrea Diana - Una vittoria dalla forte personalità su uno dei campi più caldi, con grandissimo entusiasmo e quindi anche per questo la nostra vittoria assume ancora più valore. Abbiamo saputo reagire a un pessimo terzo quarto, rispondere alla fisicità della Virtus e fare un ottimo ultimo periodo. Abbiamo avuto personalità,un plauso a tutta la squadra che è sempre stata sul pezzo anche sotto di dieci punti senza perdere la testa. Il nostro obiettivo era arrivare a giocarci il finale punto a punto. Il piano partita erano 40 minuti di zona con cambi sistematici per chiudere gli spazi della Virtus e avere maggiore controllo. Ho la fortuna di allenare giocatori intelligenti, che sanno comunicare, seguire i tagli e non fare semplicemente una zona classica. Quando vinci in un campo così vuol dire che ognuno ha portato il suo contributo. La ciliegina l’ha messa Luca Vitali con il canestro finale, ma la vittoria è di tutta la squadra e includo lo staff tecnico che con me ha preparato al meglio la partita in settimana.
Le parole di Luca Vitali - Partita tosta, lo sapevamo. Non abbiamo giocato una bellissima partita, è stata decisa da un episodio, ma bisogna saperci arrivare. Eravamo sotto id 10, e grazie alle giocate dei miei compagni siamo arrivati a quell’ultimo possesso, poi la palla può entrare e uscire, è andata dentro, siamo contenti. Bellissima atmosfera, io sono di Bologna e so cosa vuol dire giocare qui. Siamo contenti di aver fatto i due punti in un campo molto difficile e contro una squadra per me molto forte.
Sentita in maniera particolare? No, ma onestamente non ho fatto una gran partita, ed ero arrabbiato. Però abbiamo una grande qualità di squadra e condivisione di leadership, che è una cosa rara da trovare.
Il tiro? Fa piacere averlo messo dentro, ma se non fosse stato per Marcus e Brian non saremmo arrivati lì.
Le parole di -
(interviste raccolte da Valentina Calzoni)
Il video, grazie a Laura Tommasini di Sportpress.