TORINO - VIRTUS, IL DOPOPARTITA
L’occasione sprecata ieri dalla Virtus è di quelle gigantesche, e in casa bianconera bisogna mangiarsi le mani, e forse anche qualcos’altro.
Al termine di una partita in cui i bianconeri sono partiti benissimo (+14 nel primo quarto) e sono comunque rimasti in partita e quasi sempre avanti anche quando i piemontesi hanno reagito, e anche quando Jerome Dyson è salito in cattedra con 9 punti negli ultimi 5’, c’è stata lo stesso l’occasione per portarla a casa. A 15” dalla fine, sul punteggio di 71-70, Fells ha avuto l’occasione di andare fino in fondo e provare a vincere. Ma invece di giocare col cronometro l’ex North Carolina State ha provato a prendersi due punti veloci, dato che era in mezza transizione e marcato da un lungo. White però l’ha tenuto e gli ha cancellato il tiro, e così la Virtus ha perso. C’è chi ha Dyson e chi Fells, si potrebbe dire, anche se poi la possibilità del pareggio c’è stata ugualmente, e un Fontecchio comunque ottimo (18 punti, massimo in carriera) ha sbagliato una tripla ben costruita. Poi ci si potrebbe fare qualche domanda sulla gestione della partita, perchè è vero che le rotazioni erano corte, ma l’impressione è che il positivo Fontecchio di cui sopra nell’ultimo quarto sia stato a sedere troppo a lungo, per non parlare di Vitali - ieri davvero ottimo - che alla fine ha guardato inspiegabilmente dalla panchina. E il finale è stato tutto di un Fells da 3/15 e 4 perse, che è andato più volte fuori controllo finendo con un misero -3 di valutazione.
La sostanza alla fine è una sola: la Virtus ancora una volta ha perso in trasferta. In stagione siamo a zero su sette - unica squadra a bocca asciutta di tutta la serie A - e considerando anche la stagione scorsa le sconfitte di fila arrivano a sedici, un numero enorme. In una stagione e mezzo (44 partite in tutto, 22 in trasferta) la Virtus lontano da casa ha vinto solo tre volte, a Pistoia e Pesaro con tiri all’ultimo secondo (Fontecchio e Ray) e a Capo D’Orlando lo scorso febbraio. Due squadre diverse, con in comune lo staff tecnico e i cinque giocatori confermati C’è decisamente qualcosa che non va.
Sappiamo che difficilmente la Virtus andrà sul mercato, in attesa del ritorno di Ray. Ma se prendere un americano che tra un mese andrebbe in tribuna effettivamente avrebbe poco senso - almeno finchè non si sarà capito in che condizioni tornerà il capitano - un rinforzo italiano invece servirebbe parecchio. A questa squadra mancano cambio del pivot e cambio del play, e provare a riempire almeno una delle due caselle potrebbe aiutare tanto. E’ vero che - come hanno detto Valli e Crovetti nel dopo-Cantù - di italiani liberi non ce ne sono ma più avanti qualche giocatore in grado di tenere il campo si potrebbe trovare, magari durante il periodo dell’apertura della finestra in serie A2.
Detto questo, purtroppo i bianconeri sono ancora pienamente invischiati nella lotta salvezza. L’ultimo posto - ora occupato da Torino (in crescita) e Capo D’Orlando (in crollo verticale) - dista appena due punti. E la cosa preoccupante è che la Virtus ha perso con tutte quelle che hanno gli stessi punti o che la seguono in classifica: Torino, Capo D’Orlando, Pesaro e Varese. La fortuna invece è che nel girone di ritorno tre di queste quattro dovranno venire alla Unipol Arena, dove di solito scende in campo una Virtus ben diversa. E’ a questo che bisogna attaccarsi, a partire dalla partita - sulla carta proibitiva - di domenica prossima contro Reggio Emilia. In un campionato davvero equilibrato (e livellato verso il basso) basta pochissimo per rimettere tutto in gioco: i playoff, tanto per dire, distano solo 4 punti.