NON ABBIAMO NULLA DA PERDERE, MA UNA DIGNITA’ DA SALVAGUARDARE. SEMPRE.

A undici partite dal termine di questa ennesima difficile stagione – nata con ben altro entusiasmo e che invece vede oggi la nostra Fortitudo ultima in classifica – è quasi una banalità chiedere alla squadra e alla società che se esiste la possibilità e la voglia di tirare fuori tutto ciò che avete, di dimostrare un po’ di quello “Spirito Fortitudo” che fin qui ha latitato, questo e non altri è il momento di farlo. Non ci saranno prove d’appello.
Sia chiaro che, per quanto possa farci soffrire, l’eventuale retrocessione non sarà una catastrofe. Ne abbiamo già vissute nella nostra lunga storia. Alcune per eventi sfortunati, altre perché erano state impostate squadre molto giovani e inesperte, altre ancora che purtroppo nascondevano dissesti finanziari che da lì a poco si sarebbero manifestati in tutta la loro gravità. Ma tante volte quelle squadre, quegli allenatori, quei dirigenti, sono uscite comunque tra gli applausi di noi tifosi, perché avevano dato tutto e di più non si poteva pretendere. Questo è quello che chiedono i veri innamorati della Fortitudo, non gli scudetti, le finali o improbabili e improvvisati “upgrade”. E se le cose si ha il coraggio di dirle con chiarezza e sincerità questi tifosi sono capaci, per l’amore che nutrono per l’Aquila e perché non vivono fuori dalla realtà, di condividere anche i verdetti più amari.
Ciò che invece non si può accettare è di perdere la dignità, perdere l’orgoglio che per la Fortitudo hanno migliaia di tifosi in tutta Italia e anche il rispetto degli avversari. Perdere la gioia di tifare per questa squadra, che – tranne che per una parentesi di ricchezza e successi – ha sempre vissuto di enorme passione ma anche di consapevolezza delle risorse a disposizione, di concretezza ed equilibrio. Senza proclami o obiettivi inarrivabili, ma con la gioia di far parte di un sogno comunque bellissimo. Non è la rabbia ma è il “disamore” – il distacco, l’allontanamento, l’indifferenza da parte di chi ha avuto fin qui la Effe nel cuore - il rischio peggiore che stiamo attraversando. Per questo, per non rovinare quel sogno adesso dovete tirare fuori tutto ciò che avete, dentro e fuori dal campo.
Noi ci siamo, come ci siamo sempre stati, pronti a sostenere in tutti i modi la nostra squadra. Poi, a bocce ferme e che si riesca o meno a raggiungere una disperata salvezza sul campo, sarà comunque necessaria una profonda riflessione che porti a inevitabili cambiamenti societari e tecnici, perché non si ripetano gli errori di questi ultimi anni.

DIRETTIVO ASSOCIAZIONE “IL FORTITUDINO”

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